Recensioni pilotate? No, grazie!

LIB

Affrontiamo un argomento un po’ particolare.

Come emerso dai vostri commenti al precedente post e come molti di voi già sanno, le recensioni letterarie sono un aspetto importante che condiziona le scelte dei lettori nell’acquisto dei libri. Esse, se pilotate e divulgate in determinati modi, spesso sono una vera e propria arma di marketing. Un’arma per gli scrittori e le case editrici che le utilizzano, incantando il lettore con grandi aspettative che però non sempre rispecchiano la realtà. Ci sono lettori che, ingenuamente, leggendo un libro di cui si è sentito parlare bene e che tuttavia non trovano così interessante, si convincono che in realtà lo sia e che siano loro a non essere esperti di letteratura. Altri lettori invece, forti delle proprie opinioni in merito a ciò che si aspettano da un libro, smascherano senza problemi l’imbroglio, anche se ormai hanno già speso danari nell’acquisto del libro e quindi arricchito il detentore dei diritti.

Le recensioni pilotate – dove per “pilotate” intendo quelle “menzognere”, scritte in maniera assai positiva spesso senza neppure leggere il libro – sono sì, un’arma ma alle volte un’arma a doppio taglio. Perché, quando il lettore si accorge di essere stato “preso in giro”, certamente comincerà non dico proprio a disprezzare ma quanto meno a evitare certi autori o case editrici, nonché – e qui ci troviamo pure il “triplo taglio”, passatemi il termine – il giornalista o blogger che ha recensito il libro in questione.

Questo accade spesso con autori di grande fama: è capitato anche a me di essere ammaliata da stupende recensioni del libro X per poi leggerlo e considerarlo uno dei peggiori libri che abbia mai letto. E pagato.

Ma vediamo la cosa da una prospettiva più vicina a noi. Spesso gli scrittori esordienti o emergenti hanno bisogno di recensioni dei loro libri perché un po’ di pubblicità fa sempre comodo, soprattutto nel super affollato panorama di autori italiani. Ma non serve ricevere recensioni mozzafiato se il libro non è all’altezza. Non credo che lo scopo ultimo di uno Scrittore – attenzione quello con la S maiuscola, quello che scrive per passione – sia far soldi, quanto piuttosto offrire ai lettori momenti piacevoli in compagnia del frutto del suo lavoro. E allora per prima cosa bisognerebbe essere un po’ obiettivi e ragionare sulle reali possibilità di gradimento del libro presso il pubblico, e poi essere assolutamente onesti: i lettori non sono agnellini da attaccare e sbranare che si accorgeranno di essere stati presi in giro solo dopo aver comprato il libro. E qui la questione sfora in argomenti più “universali” quali la correttezza e l’umanità.

Vediamo ora la cosa anche dal punto di vista del giornalista o del blogger che pubblica una recensione “pilotata”. Se il vostro interesse è raccogliere consensi tra il pubblico, certo ingannare la gente non aiuta. Come si dice? Le bugie hanno le gambe corte. E già. E se la recensione fasulla non è frutto di accordi ma della richiesta di un amico scrittore di cui non volete deludere le aspettative, la questione non cambia anzi peggiora. In questo modo si prenderebbe in giro anche lo scrittore-amico perché non gli si farebbero critiche ed egli non potrebbe crescere di conseguenza come autore ma anzi potrebbe sentirsi incoraggiato a continuare sulla stessa strada.

In definitiva chi ne guadagna – letteralmente – sono solo le case editrici e gli autori in questo modo pubblicizzati. Ma pensiamoci: cos’è la letteratura? Vendere libri o diffondere la cultura, arricchire l’anima e la mente? E allora, se ci lamentiamo sempre del mondo in cui viviamo, in cui i valori veri sono sempre sottomessi ai “valori” consumistici e mediatici, rimbocchiamoci le maniche e con un bel respiro, scegliamo l’onestà. Sempre. E chi non accetterà le critiche dimostrerà solo di non essere un vero fautore di quella cultura che afferma di voler diffondere attraverso i suoi scritti.

Il cambiamento inizia dal singolo individuo.

“Tregua nell’ambra meriterebbe di essere pubblicato da una grande casa editrice.” Dol’s Magazine.

Tregua nell’ambra meriterebbe di essere pubblicato da una grande casa editrice e diffuso prima di tutto nelle scuole superiori di ogni ordine e grado per far conoscere ai nostri studenti cosa sia stato, davvero, il fascismo in Italia e cosa sia successo dopo l’8 settembre del 1943 tra la gente comune, nei piccoli paesi.

Recensione di Daniela Domenici su Dol’s Magazinehttp://www.dols.it/2013/03/09/tregua-nell-ambra/

E tu l’hai letto? È GRATIS qui: http://treguanellambra.blogspot.it/