Mary Read, la celebre pirata e soldatessa nel libro di Michela Piazza

Cari followers, eccomi qui con una nuova recensione e annessa intervista all’autrice. Parliamo di mare, di guerra, di una donna travestita da uomo. Parliamo della celebre Mary Read.

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MARY READ – DI GUERRA E DI MARE

Michela Piazza

Butterfly Edizioni

Trama

Mi chiamo Mary Read.  È strano come con un nome, con due semplici parole, si possa delimitare una persona la cui identità rimane, per tutto il resto, così ambigua. Dentro di me sento di essere troppe cose per potermi definire in uno spazio tanto breve. Mi hanno chiamata bambina, mozzo, soldato, moglie, pirata, assassina. Ho avuto due sessi e due nomi. Per questo, forse, la mia vita fa tanta paura.

L’autrice

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Michela Piazza è laureata in Storia. Da sempre adora gli eventi del passato e la narrativa di avventura, due amori che si sono fusi in questo libro. Ha  lavorato come bibliotecaria, traduttrice e correttore di bozze. È stata coautrice del fumetto umoristico “Fotoronmao”, edito su riviste nazionali. Vive ad Arona col marito, il figlio Tito e numerosi gatti viziati. “Mary Read – di Guerra e Mare” è il suo primo romanzo.

La mia recensione

La scrittura dell’autrice è pulita e scorre agli occhi del lettore come un discorso continuo, fluido, soprattutto nella prima parte del libro, senza interruzioni. Alle volte troviamo qualche puntino di sospensione di troppo e dei discorsi di estrazione troppo attuale per l’epoca dei fatti narrati, tuttavia questi particolari non compromettono la validità del testo. I termini riguardanti le navi o l’equipaggiamento militare sono assai specifici e le descrizioni delle azioni a riguardo molto dettagliate; contribuiscono a trasmettere un senso di realtà. Piacevoli e molto tenere – nonostante i giusti impeti d’ira e le riflessioni a posteriori – sono le descrizioni delle scene che vedono protagonista la Mary bambina all’inizio del romanzo. Mai scontato il dispiegarsi delle vicende. Persino per chi già conosce la vita della vera Mary Read, è interessante leggere le scene descritte nello specifico così come immaginate dall’autrice anziché fredde e impersonali come si presentano in un’enciclopedia.

Il personaggio adulto di Mark – alter ego maschile di Mary – pare avere lo spessore di una persona reale, esce dalla carta per mostrarsi quasi davanti agli occhi. Difatti, sebbene non sia in realtà un maschio, appare invece come un uomo in tutti i sensi. La sua segreta identità di donna non ne indebolisce l’animo ma anzi lo fortifica, lo eleva a una dimensione migliore di quella degli altri marinai o soldati “solamente” uomini.

Ho particolarmente apprezzato il personaggio di Harry che, come Mark, pare vivere di vita propria. Le contraddizioni del suo carattere, i suoi discorsi, le sue reazioni, lo rendono un personaggio completo, dalle mille sfaccettature, nel quale la codardia e il coraggio convivono in maniera pacifica, naturale, vera.

Sebbene alle volte Mark e Harry compiano gesti moralmente discutibili, essi non suscitano sdegno nel lettore poiché, vuoi per un piacevole attaccamento ai protagonisti vuoi per l’abilità di descriverli come unici atti possibili, vengono percepiti come naturali, quasi dovuti.

Il terzo personaggio principale, Ian, per quanto fulcro della svolta nella vita di Mary mi è parso un po’ meno vivido. In particolare non mi è stato chiaro il suo atteggiamento nei confronti di Mark perché, si sa, tra uomini, a meno che non si tratti di grandi amici – e non è detto neppure in quei casi – poggiare mani sulla schiena dell’altro o indugiare con le mani su quelle dell’altro o dispensare sorrisi troppo calorosi sono atteggiamenti che possono suscitare fastidio. Forse l’intento era quello di creare da subito una grande complicità tra Mark e Ian, tuttavia ho dapprincipio creduto che Ian fosse omosessuale.

Alcuni capitoli riguardanti le manovre militari possono risultare un po’ troppo prolissi a chi non è appassionato di guerra o storia, mentre di contro gli stessi appaiono assai pregevoli e ricchi di “succulenti” particolari per gli appassionati. Si intuisce che il libro di Michela Piazza non è stato scritto con il solo e unico scopo di colpire il lettore, quanto con il preciso – e riuscitissimo – intento di fornire una cornice storica completa e dettagliata oltre che sulla vita di Mary Read anche su vicende storiche sconosciute ai più o conosciute in modo molto sommario.

Un libro da non perdere per chi ama la storia e/o Mary Read.

Valutazione:

4

Intervista all’autrice

Ciao Michela, benvenuta. È un grande piacere per me ospitare sul mio blog un’appassionata di storia come te.

  • Parliamo subito appunto di questo. Come è nata questa passione? L’hai sentita crescere assieme a te oppure è stato qualche evento o qualche studio particolare a far scattare la scintilla?

Ciao Ilaria, grazie di cuore per avermi ospitata!

Il mio interesse per la Storia si è sviluppato alle scuole medie: ho avuto la fortuna di incontrare una professoressa molto appassionata e competente… Le sue lezioni non erano una mera sequela di date, ma avevano il potere di farti immergere nella Storia. Da allora, mi sono sempre interessata alla vita delle epoche passate… Anche se della Storia, più che le grandi battaglie o le vicende dei Re, mi affascinano gli aspetti quotidiani.

  • Quale periodo storico ti appassiona di più e perché?

Per un periodo ho carezzato l’idea di iscrivermi ad Egittologia; invece poi, all’Università, la mia specializzazione si è spostata verso il tardo Medioevo e la Storia Moderna. Trovo che ogni epoca possieda delle caratteristiche peculiari e, per questo, appassionanti. Del Medioevo apprezzo l’attenzione alla spiritualità e a tutto ciò che non è prettamente materiale; dell’epoca Moderna il fermento e l’apertura verso nuovi orizzonti (geografici e non). Se dovessi scegliere però un periodo in cui vivere… Credo che tornerei al mio primo amore e opterei per l’Antico Egitto! Si tratta di una civiltà magnifica… E poi nutro un grande amore per quella terra.

  • Non per uscire fuori tema, ma parliamo un po’ dell’università, senza voler fare critica a nessuno ma soltanto esaminando l’offerta accademica in base alle aspettative di un appassionato. Il corso di studi che hai seguito ha colmato le tue curiosità storiche e, al contempo, ne ha fatte sorgere altre? Lo ritieni adeguato per chi intende diventare un esperto in questo campo? Oppure avresti gradito l’approfondimento di alcune tematiche e argomenti?

Ho trovato il corso di studi che ho seguito molto interessante. Milano vanta validi docenti, persone che spesso sono animate da una vera passione per la materia che insegnano.  Io ho avuto la fortuna di vedermi assegnare una tesi di ricerca, di poter quindi tradurre documenti originali e lavorare in archivio, il tutto sotto la supervisione di una docente davvero in gamba. Durante gli anni dell’università, ho imparato un metodo di studio e ho potuto coltivare anche passioni per argomenti che esulavano dal corso principale, come le eresie e i movimenti ereticali… Quindi promuoverei la facoltà in sé. Il discorso cambia radicalmente se parliamo del post-laurea… A livello di “carriera”, il titolo di storica non mi ha offerto molti sbocchi: purtroppo, in Italia, la ricerca (in tutti gli ambiti) viene pagata pochissimo o addirittura nulla. Siccome io sentivo l’esigenza di formare una famiglia, ho deciso di dedicarmi a lavori che rimanessero nell’ambito culturale, ma che fossero retribuiti.

  • Bibliotecaria, traduttrice e correttrice di bozze. Quale di questi impieghi ti ha dato di più in termini professionali e/o emotivi?

Sono state esperienze diverse e, per alcuni versi, complementari: lavorare come traduttrice e correttore di bozze mi ha insegnato che in un libro non è importante solo la parte “creativa”, ma che per mandare in stampa un buon prodotto è necessaria molta tecnica e bisogna prestare attenzione ai particolari. Quanto al lavorare in biblioteca… Si tratta di una professione complessa, che va ben al di là del “prestare i libri”. Richiede passione e grande preparazione, competenze che in Italia non sono adeguatamente valutate. Sono stata bibliotecaria per dieci anni, dedicando particolare attenzione alla promozione della lettura degli adolescenti e al settore multiculturale; e, anche se ora ho dovuto cambiare lavoro per motivi logistici, nel mio cuore non smetterò mai di essere una bibliotecaria…

  • Raccontaci qualcosa sul fumetto umoristico di cui sei coautrice.

Il FotoRonMao è una serie umoristica creata con la tecnica del fotoromanzo, che ha per protagonisti tre mici con idiosincrasie molto umane. È stato una rubrica fissa della rivista “Gatto Magazine” ed è uscito anche su altre testate nazionali come “Argos” e “Il mio gatto”.  Il FotoRonMao è nato per gioco e ha sempre mantenuto un’aura gioiosa intorno a sé: per questo vi sono ancora molto affezionata. Io e Andrea Rizzi, l’altro autore, stiamo per esporre le tavole originali in una mostra. È la terza cui partecipa il nostro fumetto e siamo felici che continui a riscontrare interesse! Potete leggere tutti gli episodi qui.

  • Parliamo ora di scrittura. In “Mary Read – di Guerra e Mare” si nota subito l’abilità della tua penna, dunque viene da chiedersi: prima di dedicarti a questo romanzo scrivevi? Se sì, quando e come hai cominciato?

Sin da piccola ho sempre amato le storie, sia quelle lette sia quelle che mi raccontavano. Così credo sia stato naturale, a un certo punto, mettermi a inventare le trame che io stessa avrei voluto leggere… I primi romanzi che ho steso risalgono alle medie ed erano piuttosto ingenui, ma li conservo ancora in una scatola a casa dei miei genitori. Per ora ho pubblicato, oltre a “Mary Read”, due racconti in antologie: il primo, scritto a quattro mani con Andrea Rizzi, è crudo e horror e si trova in “Sussurri dal cuore… E dalle tenebre”; l’altro, romantico e divertente, in “Impronte d’amore”.

  • Come ti è venuta l’idea di scrivere la storia romanzata di Mary Read? Dove hai sentito per la prima volta parlare di lei?

La scelta di raccontare del personaggio di Mary non è stata fatta in modo premeditato: all’università mi sono imbattuta in una sua brevissima biografia e ho avuto un colpo di fulmine per questa figura storica… Ho subito pensato che la sua fosse una vita degna di essere raccontata: in gioventù, Mary è una donna soldato come Lady Oscar e diventa poi una delle più importanti piratesse di tutti i tempi. Scrivendo della sua vita, ci si può cimentare con le grandi ambientazioni classiche dell’avventura (il mare, la guerra, i pirati), ma si possono toccare anche temi delicati come l’amore: le testimonianze del tempo ci tramandano una figura capace di fedeltà e passione, estremamente anticonvenzionale eppure legata ai veri valori della vita.

  • È evidente che hai studiato con cura i particolari della vita marinara e militare dell’epoca. Di quale supporto ti sei avvalsa per le ricerche? La classica biblioteca o il moderno web? È stato molto impegnativo reperire tutte le informazioni necessarie?

Ho avuto la fortuna (grazie alla mia esperienza in archivi e biblioteche) di poter accedere a una ricca documentazione cartacea. Il web è stato fondamentale per implementare e completare nozioni e, soprattutto, per recuperare testi che altrimenti sarebbe stato impossibile trovare: frugando su internet sono riuscita a localizzare volumi rari nelle biblioteche e a scovare testi da acquistare… Sempre via internet, sono riuscita a contattare una studiosa americana con cui ho discusso alcuni punti controversi della documentazione. La parte di ricerca è stata quindi sicuramente impegnativa, ma devo comunque ammettere di essermi molto divertita e di aver trovato spunti utilissimi per la narrazione proprio mentre studiavo il funzionamento delle armi o delle vele…

  • Dal modo in cui racconti la guerra e le manovre militari, nonché l’utilizzo delle armi, mi pare di vedere in te un po’ dell’animo di Mary Read, così appassionata di guerra e di combattimenti, nonché di navigazione, argomenti che in genere interessano appunto maggiormente agli uomini. Qual è la tua opinione sulla vita condotta da Mary ai suoi tempi? Come la giudichi, se la giudichi?

Non avevo mai pensato alla navigazione e alla guerra come interessi prettamente maschili, anche se, ora che mi ci fai riflettere, hai ragione! In realtà, credo che la mia passione per questi argomenti sia connessa all’amore che da sempre mi lega alla narrativa di avventura…

Quanto a Mary Read, di certo si tratta di un personaggio controverso, che cresce in un contesto di truffa e compie, nel corso della propria vita, azioni poco condivisibili… Eppure, non incomprensibili: la lotta per la sopravvivenza, per una ragazza illegittima dell’epoca, non consentiva spazio per troppi scrupoli morali. Partendo dai dati storici, mi sono sforzata di creare una protagonista con un carattere atipico, un carattere in grado appunto di giustificare certe scelte “limite”. Ne è uscito un personaggio introverso, caparbio e selvatico; una persona difficile, ma anche vera: leale, sensibile, capace di forti sentimenti. Il romanzo è scritto in prima persona, quindi un giudizio esterno sulle azioni di Mary è assente… Più che valutarla moralmente, mi interessava indagare i processi mentali che potevano condurre una ragazza a cambiare sesso e identità pur di raggiungere i propri obiettivi… Pur di essere, per assurdo, davvero se stessa.

  • Le scene che descrivi sono molto dettagliate ed è logico pensare che i dettagli siano appunto frutto della tua immaginazione sempre ispirata alla realtà. Tuttavia i personaggi secondari come la madre di Mary, la nonna, la domestica e Old Pete sono inventati di sana pianta?

La madre di Mary ha una grande importanza nel forgiare le scelte che successivamente caratterizzeranno la vita della ragazza: è lei a costringere la figlia ad assumere l’identità del fratellino morto, pur di estorcere denaro alla suocera. È quindi “colpa” sua se Mary crescerà vivendo di inganno e deciderà poi di trascorrere gran parte della propria vita vestendo le spoglie di un maschio. Per creare questo personaggio, mi sono rifatta alle biografie di Mary Read: le azioni che Elizabeth compie sono quelle ivi descritte. Mi sono sforzata però di indagare la sua personalità, di cercare le ragioni dietro questi comportamenti. Anche la nonna è una figura storica. Quanto alla domestica e a Old Pete, si tratta invece di personaggi del tutto inventati… Ma che hanno grande importanza per far procedere la narrazione. 

  • Harry Macarty, un personaggio che mi è molto piaciuto. Dato che conosco solo per grandi linee la vita di Mary Read ti chiedo: Macarty è realmente esistito?

Harry non è un personaggio storico, eppure è molto vivo. Incarna tutto ciò che Mary non riesce a essere: è solare, spontaneo, aperto con tutti. Harry è un baro e un imbroglione, eppure, proprio per questo, tra lui e Mary si instaura un’amicizia molto onesta: entrambi sono truffatori e hanno sempre vissuto ai limiti della morale… Quindi nessuno dei due giudica o si sente giudicato dall’altro. Il loro legame è trasparente e sincero… Se si trascura il fatto che Harry ignora che Mary sia una femmina!

  • Stessa domanda per Ian Van der Velde.

Ian è esistito realmente: il nome è un’invenzione, ma nelle biografie di Mary viene sempre citato un commilitone fiammingo che, con la sua avvenenza, è riuscito a far ricordare alla nostra eroina di essere una donna. Nel romanzo, Mary lotta strenuamente contro i propri sentimenti romantici: li considera una debolezza… Ma scopre che nessuna ragazza, per quanto scaltra e disillusa, è immune all’amore.

  • La vita di Mary Read non si ferma però dove finisce il tuo romanzo. Hai intenzione di scrivere un seguito?

Sì, hai ragione: Mary ha vissuto molte altre avventure… In realtà, la sua vita è divisa in due fasi in maniera naturale. Perciò, chi legge “Di guerra e mare” troverà un romanzo che, in sé, ha una conclusione e potrebbe essere letto senza “costringere” all’acquisto di un seguito. Sin dall’inizio, però, era mia intenzione portare avanti questo progetto sino alla sua conclusione. Devo dire poi che “Di guerra e mare” ha ricevuto un’accoglienza tale da spronarmi a scrivere il seguito accelerando i tempi! Quindi sì, la seconda parte delle avventure di Mary è in fase di stesura e potrete presto assaporarla…

  • Hai in cantiere – o in mente – nuovi progetti a sfondo storico?

Al momento sono totalmente assorbita dalla scrittura del seguito di “Mary Read”. Nonostante abbia già completato la fase di ricerca, il progetto è impegnativo e voglio dedicargli tutte le mie attenzioni. Quindi, per ora, sto accantonando ogni altra idea… Ma mai dire mai: la Storia è un mio grande amore e non credo scomparirà del tutto dai miei scritti futuri.

Grazie Michela per essere stata mia ospite.

Grazie a te per le domande originali e per avermi concesso dello spazio sul tuo blog!