L’ultima volta che ho visto Parigi – Lynn Sheene

Un altro libro Leggereditore.

 

L’ULTIMA VOLTA CHE HO VISTO PARIGI

Lynn Sheene

Leggereditore

l'ultima volta che ho visto parigi

Trama

Claire ha un passato da nascondere, quello di una bambina cresciuta nella miseria più profonda. Ora si è conquistata un posto nella borghesia newyorchese, e l’eleganza, il lusso, la fama le spettano di diritto. Tuttavia, quando la sua identità fittizia viene minacciata, a Claire non resta che fuggire, e Parigi le sembra il luogo perfetto per ricominciare. Ciò che trova è una città sconvolta dai primi accenni del caos, dovuti all’imminente invasione tedesca. Il destino però è dalla sua parte, e quando comincia a lavorare in un negozio di fiori, dentro di lei si fa strada l’idea di una vita diversa. Claire si ritroverà a mettersi in gioco, e a collaborare con abili e caute mosse a una missione che, oltre a salvare vite umane, ridisegnerà l’essenza stessa della sua esistenza. Un’epoca che come poche è entrata a far parte dell’immaginario collettivo rivive attraverso gli occhi di un’eroina coraggiosa e disposta a rischiare fino in fondo per sé e per gli altri.

L’autrice

lynn sheene

Scrittrice americana, Lynn Sehene ha lavorato come consulente ambientale prima che si dedicasse alla letteratura. Con il suo primo romanzo, L’ultima volta che ho visto Parigi , ha raggiunto un notevole successo di vendite.

 

Recensione

Agli inizi degli anni Quaranta, Claire Harris Stone vive a New York assieme al marito Russell. Conduce una vita piena di lussi e occasioni frivole, accanto tuttavia a un uomo che non ama e che non la ama. D’improvviso però la sua ricca esistenza viene sconvolta dall’arrivo di una vecchia conoscenza, Von Richter, che fa sapere al marito Russell che in realtà Claire non è di nobile lignaggio. Claire, consapevole dell’importanza della questione per il marito e timorosa della sua reazione, lascia tutto in poche ore e parte alla volta di Parigi sognando le braccia del suo vecchio amante Laurent. Trova però qualcosa di molto diverso da ciò che si era aspettata, oltretutto la guerra avanza e sta per inghiottire la capitale francese. Claire si ritrova inconsapevolmente coinvolta negli affari della Resistenza.

Dunque amici, parto dal presupposto che la trama mi aveva da subito affascinata. Quando ho cominciato a leggere il libro però, più di un aspetto mi ha lasciata perplessa. Ad esempio lo stile dell’autrice, spesso confuso e rapido: da poche spiegazioni sui comportamenti dei protagonisti, dando l’impressione di ritrovarsi ad ascoltare la storia di qualcuno che l’autore conosce e il lettore per niente. Inoltre Claire nelle prime pagine è davvero insopportabile, una donnina dai modi fastidiosamente civettuoli.

E così per qualche giorno ho abbondato la lettura, il che non è da me. Poi mi sono decisa a dare una seconda chance a questo romanzo e l’ho ripreso. Ho fatto bene.

La personalità di Claire infatti, con l’avanzare delle pagine, viene dipinta in modo più profondo mostrando che in realtà è ben capace di adattarsi a una vita non ricca e di abbandonare i modi esasperatamente voluttuosi. Diviene altruista e coraggiosa.

Per quanto riguarda lo stile dell’autrice, quello no, non si lega mai perfettamente al modo in cui mi piace sentir narrare le storie. La storia procede in maniera confusa e con ampi salti temporali; i dialoghi con i membri della Resistenza è vero che sono roba scottante, a volte in codice, ma avrebbero dovuto essere più comprensibili per il lettore. Per quasi una buona metà la lettura mi ha annoiata; si ha l’impressione che venga dato spazio e risalto a scene in verità insulse. Tuttavia da metà libro le vicende iniziano a farsi più interessanti e i salti temporali diminuiscono, dando maggior senso e credibilità al tutto. L’amore anelato finalmente arriva e Claire dimostra particolare acume, altruismo e coraggio durante il precipitare degli eventi nella Parigi occupata dai nazisti.

Affascinante è la descrizione del periodo storico, della Parigi di un tempo, degli occupanti tedeschi, delle attività della Resistenza francese. In definitiva ne consiglio la lettura se piace il genere.

Valutazione:

3

La chiave di Sarah – Tatiana De Rosnay

LA CHIAVE DI SARAH

Tatiana De Rosnay

Mondadori

 

La chiave di Sarah

Trama

È una notte d’estate come tante altre, a Parigi. La piccola Sarah è a casa con la sua famiglia, quando viene svegliata dall’irruzione della polizia francese e prelevata insieme ai genitori. Ha solo dieci anni, non capisce cosa sta succedendo, ma è atterrita e, prima di essere portata via, nasconde il fratello più piccolo in un armadio a muro che chiude a chiave. È il 16 luglio del 1942. Sarah, insieme a migliaia di altri ebrei, viene rinchiusa nel Vélodrome d’Hiver, in attesa di essere deportata nei campi di concentramento in Germania. Ma il suo unico pensiero è tornare a liberare il fratellino. Sessant’anni dopo, Julia, una giornalista americana che vive a Parigi, deve fare un’inchiesta su quei drammatici fatti. Mette mano agli archivi, interroga i testimoni, va alla ricerca dei sopravvissuti, e le indagini la portano molto più lontano del previsto. Il destino di Julia si incrocia fatalmente con quello della piccola Sarah, la cui vita è legata alla sua più di quanto lei possa immaginare. Che fine ha fatto quella bambina? Cosa è davvero successo in quei giorni? Quello che Julia scopre cambierà per sempre la sua esistenza.

L’autrice

TDeRosnay

Tatiana de Rosnay , nata il 28 settembre 1961 a Neuilly-sur-Seine , è una giornalista, scrittrice e sceneggiatrice francese.

Suo padre è lo scienziato francese Joël de Rosnay, il nonno era il pittore Gaëtan de Rosnay. La bisnonna paterna di Tatiana era l’attrice russa Natiala Rachewskïa, direttrice del Teatro Pushkin di San Pietroburgo dal 1925 al 1949.

La madre di Tatiana è l’inglese Stella Jebb, figlia di diplomatico ed ex Segretario Generale delle Nazioni Unite, Gladwyn Jebb. Tatiana è cresciuto a Parigi e poi a Boston, quando il padre ha insegnato presso il MIT nel 1970. Si è trasferita in Inghilterra nei primi anni Ottanta e ha ottenuto una laurea in letteratura inglese presso l’ Università di East Anglia , a Norwich. Al suo ritorno a Parigi nel 1984, era un addetto stampa, poi è diventata una giornalista e critica letteraria per Psychologies Magazine.

Dal 1992, Tatiana de Rosnay ha pubblicato dodici romanzi in francese e tre in inglese. Ha lavorato anche nella serie Family Affairs per il quale ha scritto due episodi con lo sceneggiatore Pierre-Yves Lebert.

Nel 2006 ha pubblicato il suo romanzo più famoso, La chiave di Sarah. A oggi il libro ha venduto oltre tre milioni di copie in francese e quasi due milioni in inglese. Nel 2009 il libro è stato adattato in un film di successo.

Recensione

Parigi, 1942. Parigi, 2002. Queste le date in cui si alterna la narrazione.
Nel 1942 seguiamo le tragiche vicende di una bambina ebrea di dieci anni, Sarah Starzynski. Sarah vive con la madre, il padre e il fratellino di quattro anni Michel. Il 16 luglio dei poliziotti francesi bussano alla porta di casa sua, arrestando la famiglia. Sarah, nel tentativo di salvare il fratellino Michel, lo rinchiude segretamente in un armadio a muro, contando di tornare presto a liberarlo. Ma le cose non vanno come aveva sperato.
Nel 2002 la voce narrante è Julia Jarmond, americana di nascita ma francese di adozione. Julia è sposata con Bertrand, un francese elegante e sciovinista dal quale ha avuto una figlia, Zoe, di undici anni. Lavora come giornalista per un giornale e un giorno le viene chiesto di indagare sulle vicende del Vel’ d’Hiv nel luglio del 1942. Sarà questa indagine a portare Julia alla scoperta di eventi passati intrecciati segretamente alla famiglia di suo marito.
La narrazione si presenta accattivante, nella prima parte del romanzo alternata frequentemente tra passato e presente, nella seconda incentrata sulle vicende della vita di Julia.
Lo stile è privo di pretese, a volte rapido e superficiale; i personaggi migliori sono quelli di Sarah e Julia, gli altri appaiono meno reali. Nei capitoli della storia di Sarah si trovano frasi e sentimenti ripetuti più volte, forse nel tentativo di emozionare il lettore. Stratagemma superfluo dato che le vicende risultano di per sé molto commoventi. In alcuni punti della vita di Julia tutto scivola in modo veloce, con l’attenzione rivolta soltanto ai segreti su cui la giornalista indaga.
Nonostante queste critiche, la bellezza della storia oscura i lati negativi, catturando il lettore senza pietà.
Ho letto il testo avidamente, presa dalla volontà di scoprire la verità assieme a Julia. Ho apprezzato particolarmente il messaggio tra le righe: ricordare gli orrori del passato anziché sotterrarli negli abissi dell’oblio, dare loro il giusto valore per un miglior presente e futuro.
In definitiva un libro molto bello di cui consiglio la lettura.

Valutazione:

4

Anche per quanto riguarda il film esprimo un giudizio positivo. A differenza della maggior parte dei film tratti da libri, i quali non sono mai all’altezza del romanzo, in questo caso invece il film mi è piaciuto più del libro.

 

 

Su questo argomento un altro film che consiglio vivamente e che merita ancora di più de La chiave di Sarah è Vento di primavera. Assolutamente meraviglioso; vi lascerà senza parole.