L’ultima concubina – Lesley Downer

Ah, che bello. Mi sento sempre così dopo aver terminato la lettura di un bel libro. Appagata e un po’ malinconica, come se fossi ritornata a casa dopo un lungo viaggio. E, nel caso di questo libro, si tratta davvero di un lungo viaggio.

L’ULTIMA CONCUBINA

Lesley Downer

Piemme

 

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Trama

Giappone, 1861. Il giorno in cui il corteo reale era passato attraverso il villaggio per scortare la futura sposa dello shogun verso il castello di Edo, la strada, di solito affollata di carri e viaggiatori, era deserta. Nella vallata non si udiva un solo rumore e tutti erano immobili, in attesa. Solo la piccola Sachi aveva infranto le regole e aveva alzato la testa verso la portantina che avanzava lungo la via. L’aveva fissata solo per un attimo, ma era stato abbastanza perché quel gesto cambiasse il corso della sua vita. Quattro anni dopo, Sachi vive ormai stabilmente a Edo. Ha seguito la principessa Kazu fin dal giorno in cui è passata nel suo villaggio e i loro occhi si sono incrociati, scambiandosi una muta promessa. Da allora è stata educata secondo le ferree regole di palazzo e adesso, compiuti i quindici anni, è pronta per essere introdotta al cospetto dello shogun. Così impone la tradizione e così deve essere: la principessa deve offrire in dono al marito una concubina, e Sachi è la prescelta.

L’autrice

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Lesley Downer nata a Londra, da madre cinese e padre canadese. Ma è il Giappone, non la Cina, il paese che ha conquistato il suo cuore: dopo averlo visitato per la prima volta nel 1978, vi si è fermata per quindici anni.Scrive regolarmente recensioni per The New York Times Book Review.Per Piemme ha già pubblicato Geisha: storia di un mondo segreto (2002), considerato uno dei libri più autorevoli sull’argomento, L’ultima concubina (2008) e Il kimono rosso (2011). Attualmente vive tra Londra e New York con il marito Arthur I. Miller.Torna spesso in Giappone.

La mia recensione

La trama del libro è, già a una prima occhiata, affascinante. Ebbene, il libro contiene molto di più . È una storia di guerra, di indipendenza, di morte, di riscatto, di onore e sopportazione. Ma più di tutto è l’ammaliante e vivido ritratto di una società antica prima dell’apertura all’Occidente. Gli usi e i costumi sono particolari per noi che siamo abituati a leggere dell’Ottocento europeo, e per certi versi sorprendenti e quasi incomprensibili. Il libro focalizza l’attenzione sull’importanza del dovere, difatti le persone agivano in base a ciò che si doveva fare, senza pensare se fosse giusto o sbagliato, senza cercare un’alternativa; e sulla condizione delle donne, costrette a essere sottomesse agli uomini e non avere opinioni, a tenere segrete le proprie emozioni quando queste non fossero state del tutto piegate alla rigida imperturbabilità imposta dall’etichetta. Le donne rappresentavano sovente merce di scambio, un modo per gli uomini di famiglia di giungere a particolari privilegi – e questo l’ho trovato anche in Ritratto di donna in cremisi, che ho recensito qui, forse unico elemento di collegamento tra le due lontanissime società. A quei tempi il Giappone era un mondo chiuso, a sé stante, tant’è che la popolazione non aveva neanche idea dell’esistenza dei barbari – europei – e, quando ne vedeva uno, data l’alta statura e i tratti del viso più marcati rispetto agli orientali, lo scambiava per demone. Basti pensare che la protagonista, avendo a che fare con un inglese, rimane sbigottita dalle maniere cortesi di lui che secondo lei si comporta con le donne come un servo, privo della caratteristica indifferenza o durezza dei samurai. Da non dimenticare che le donne qui sono esperte di combattimento, non certo le delicate gentildonne vittoriane.

Le intricate vicende che riguardano i natali di Sachi, ci rivelano con accuratezza la vita della povera gente di montagna ma anche quella, rigida e per certi versi tiranna, delle dame di alto rango. Gli straordinari scenari in cui la storia si esplica mostrano un mondo magico, incontaminato, con il sapore vero della natura popolata tra l’altro da piante e alberi cui non siamo abituati per esempio nelle zone con clima mediterraneo. In un romanzo dal sapore esotico si avvicendano personaggi diversi abilmente tratteggiati in poche pennellate, tra i quali inevitabilmente spiccano l’indipendente Sachi e lo sfuggente Shinzaemon. Il loro legame è ben lontano da quello fisico e vissuto di cui siamo abituati a leggere nei romanzi con ambientazione occidentale: si tratta di un rapporto innocente che non ha bisogno di essere espresso a parole, che conta solo sulla memoria di qualche stretta di mano e forse per questo più vero, legato profondamente all’anima. Un romanzo epico, avventuroso, dall’ambientazione grandiosa. Una lettura che non può mancare nella libreria degli amanti della storia o delle culture orientali.

Valutazione:

5+