THE HYBRID’S LEGACY SAGA – Francesca Pace

Salve a tutti,

oggi parliamo di una saga fantasy scritta da una talentuosa scrittrice italiana, Francesca Pace.

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EMMA

Emma è una ragazza semplice dall’inconsapevole fascino magnetico. La sua vita tranquilla, al confine dell’invisibilità, verrà sconvolta da un cambiamento radicale ed improvviso che la catapulterà nel complesso e violento mondo di streghe e vampiri. Un’inaspettata e travagliata transizione ne muterà in modo definitivo la natura e l’essenza trasformandola in un essere sovrannaturale mai esistito prima. Quando la straordinaria ragazza, accompagnata dai suoi amici di sempre e da un nuovo e viscerale amore, si troverà ad affrontare con coraggio la sua nuova vita imparando ad amarla e ad amare se stessa come mai prima, scoprirà di possedere uno sconfinato ed incontrastabile potere. È, questa, una appassionante ed intensa storia di amicizia, fratellanza e amore.

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GABRIEL. IL SIGILLO DELLA TREDICESIMA RUNA

Il secondo capitolo della saga “THE HYBRID’S LEGACY SAGA”, scritta da Francesca pace, ci traghetta in un’atmosfera dark, sanguinaria e voluttuosa.

Gabriel è un ragazzo come ce ne sono molti. Scapestrato e superficiale, conosce fin troppo presto i dolori che un’esistenza umana porta con sé. Attraverso la sofferenza e la morte impara la caducità della vita e la fragilità dei sentimenti. In una Scozia di fine 1400, Gabriel sceglierà le tenebre e l’oscurità dell’immortalità. Sceglierà di diventare un vampiro. Sangue e morte ne accompagnano l’esistenza vissuta nell’inconsapevolezza e nell’ignoranza del suo dono. Un sigillo che ne cambierà radicalmente le sorti. Una vita, la sua, vissuta al limite con al fianco Andrew, suo fratello, che mai lo abbandonerà neanche quando tutto in lui sembrerà essere perduto. Una storia che abbraccia quasi sei secoli, ricca di cambiamenti e repentini mutamenti che porteranno ad un’intima trasformazione interiore che toccherà il culmine nell’incontro con Emma, l’amore della vita di Gabriel. Sarà proprio l’amore, il motore che muove ogni cosa, a rendergli salva la vita e soprattutto l’anima.

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VINCOLO DI SANGUE

Il terzo capitolo della saga “THE HYBRID’S LEGACY SAGA” è il romanzo di cambiamento, di crescita. Nulla è come sembra. Il dolore, la morte, la magia…ogni cosa che ruota intorno alla vita di Emma e dei suoi compagni sta per essere sovvertita da un potere arcano e misterioso che entrerà nelle loro vite in modo violento. Le alleanze cambieranno e la schiera di Danielle si arricchirà di uno spietato e quanto mai inaspettato alleato pronto a tutto per prendere la vita di Emma… Anche quando il cuore di Emma vacillerà, incapace di sopportare questa nuova, dolorosa ed impensabile verità, lei dovrà trovare la forza di compiere il proprio destino…dovrà mettere a tacere il suo cuore fin troppo umano e le proprie emozioni…dovrà confrontarsi con la parte peggiore di sè per cercare di salvare il suo mondo. Che ruolo avrà la Congrega dei Guardiani in questa nuova battaglia? L’intimo sentimento che lega i due immortali saprà salvarli? Potrà l’amore assoluto che Emma prova per Gabriel rendergli salva la vita…ancora una volta? Amore, tormento, paura…questi i sentimenti che accompagnano le giornate della bella ibrida che porterà a compimento il suo cambiamento, divenendo una donna forte e coraggiosa in grado di ripristinare gli equilibri del proprio mondo anche a dispetto di un potere maledetto che tenterà di condurla attraverso le tenebre fino al luogo suo piú oscuro.

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PATRICK, spin off

Questo spin off della serie THE HYBRID’S LEGACY SAGA è un racconto di presentazione che pur nella sua brevità descrive il momento in cui il soldatino Patrick è costretto a maturare e a prendere coscienza di chi è e di cosa potrà diventare.

Lui sa benissimo di essere un guardiano, si allena per questo, ma non ha mai incontrato veramente dei nemici efferati e crudeli come Danielle che sono la personificazione mostruosa del male stesso. L’episodio orrendo a cui assiste e di cui è vittima gli apre gli occhi. Da qui inizia il percorso che lo renderà il Patrick che abbiamo conosciuto in “Vincolo di sangue”.

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Perché è consigliato?

Perché Francesca Pace è una giovane scrittrice brava e intraprendente, e i suoi libri sono scritti in maniera accattivante. 😉 Che aspettate? Cliccate qui.

Buona lettura!

L’ombra del peccato – Silvia Scibilia

Buongiorno a tutti!

Come va l’estate? Siete in vacanza o al lavoro? Fa caldo?

Io sono qui a presentarvi il libro di un’autrice emergente.

L’OMBRA DEL PECCATO

Silvia Scibilia

L'OMBRA DEL PECCATO

Trama

Quando Herman Autier abbandona l’Inghilterra, per cercare fortuna nella contea di Sicilia, vuole lasciarsi alle spalle il tradimento della sua famiglia e ricominciare una nuova vita. Herman possiede molte doti, è un cavaliere, un colto giurista e ha l’abilità di volgere a proprio vantaggio ogni esperienza senza rinunciare all’onore. È grazie a tali facoltà che Ruggero D’Altavilla gli affida una missione. Introdotto a casa di Baltasar Flores, un ricco mercante di libri, deve studiare i codici antichi presenti nella sua biblioteca. È lì che scopre il tesoro più grande del mercante, sua figlia Clara. I suoi sogni sembrano avverarsi. Una donna coraggiosa e colta da amare e una ricchezza senza pari da usare per i suoi fini. Ma l’ombra del peccato che ha avvelenato la sua esistenza nel castello natio lo insegue e sembra allontanarlo da Clara e dalla Sicilia per sempre. 

L’autrice

Silvia Scibilia è un’autrice siciliana di narrativa romantica di genere contemporaneo e storico. Tra le sue pubblicazioni Ghiacciolo con Nutella, Odio amare, Sogno proibito, 6 in stand-by, Notturno, Valzer, Preludio e Sinfonia.

Visita il suo blog, qui.

Recensione

Diciamo subito (e molti di voi lo sanno già) che sono un po’ pignola, soprattutto per quanto riguarda la lingua italiana e l’uso che se ne fa nei libri. Una storia buona infatti può perdere del tutto la sua validità se supportata da un registro linguistico inadeguato o ancor peggio se sono presenti errori grammaticali. Ne ho trovati a bizzeffe nei libri di molti grandi editori e la cosa lascia intendere quanta cura essi si prendano dei testi (posso dire che ormai sono più commerciali della Coca Cola?).

Questa premessa è per dirvi che, ciò che mi ha colpito subito nel libro di Silvia Scibilia è l’assoluta cura del linguaggio, la precisione dei termini, il registro linguistico ideale e non esiste errore di ortografia o grammatica. Leggere questo libro è piacevole perché non si incontrano quei fastidiosi ostacoli alla lettura a cui ho accennato sopra e questo per me è un grande pregio, ancor di più perché si tratta di un libro auto pubblicato.

Passiamo ora ad altri aspetti. La storia è ambientata alla fine dell’undicesimo secolo, il che è un territorio non troppo esplorato nei romanzi storici, che anzi spesso vengono ambientati nel diciottesimo e diciannovesimo secolo. L’ambientazione è pregevole e ben descritta e i particolari tendono a creare un’atmosfera realistica.

I protagonisti sono ben descritti: lui prestante, colto e con un po’ di sano egoismo, lei una ribelle per l’epoca, acculturata e ancora nubile.

A dispetto dell’introduzione lenta le vicende si sviluppano poi con il ritmo giusto.

In definitiva una bella storia, da non perdere per gli appassionati del genere.

Valutazione:

4

Trovate il libro su Amazon. Buona lettura!

Hodoeporicon – Andrea Micalone

Salve amici,

come va l’estate?

Sono qui oggi per presentarvi il libro di un bravo e giovane scrittore di cui vi ho già parlato in precedenza, qui  e qui.

Questo suo nuovo romanzo si discosta dal fantasy classico per approdare alla science fiction con tratti thriller.

 

HODOEPORICON

Andrea Micalone

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Trama

Romanzo finalista al “Premio Urania” della Mondadori Edizione 2012-2013

Barcellona, anno 2026.

Il viaggio nel tempo è entrato nelle modalità d’indagine della polizia. I cronoagenti, costretti a operare nel più stretto riserbo, sono tra noi e analizzano le vite di coloro che saranno assassinati in futuro.

Uno dei membri della Cronoforza Speciale, nome in codice “Tom Duval”, riceve l’incarico di investigare sul brutale omicidio di un anziano signore di origini italiane: Antonio Palmenti.

Duval, però, comprende subito che la vicenda lo coinvolge personalmente, poiché sul luogo del delitto trova la propria fede nuziale. È evidente che qualcuno vuole incastrarlo. Egli inizia così un viaggio a ritroso nel tempo per capire cosa lo lega alla vittima e a tutti i personaggi che vorticano in questa storia dai contorni poco chiari. I retroscena che sta per scoprire cambieranno per sempre la sua esistenza.

Un romanzo innovativo, che scorre all’indietro, partendo dal finale e conducendo il lettore in un cammino capovolto. I capitoli si muovono in un’inversione temporale che accompagna il viaggio del protagonista e che rende questo libro qualcosa di unico nel suo genere.

Perché è consigliato?

Andrea Micalone è abile nel descrivere vicende avvincenti e ambientazioni non comuni, che proiettano il lettore all’interno delle sue storie. Un libro, questo, particolare che sa offrire anche spunti di riflessione e sogni a occhi aperti.

Link utili

 

Buona lettura!

Le Origini della Notte – Andrea Micalone

Ciao amici,

come procede la settimana? Tra il lavoro e lo studio trovate il tempo per leggere? Io lo trovo anche a discapito del sonno 😉

Questa volta ho scelto di cambiare un po’ genere di lettura: ecco a voi la recensione di un fantasy.

LE ORIGINI DELLA NOTTE (SERIE: IL TRAMONTO DELLA LUNA)

Andrea Micalone

Selfpublishing

GRATUITO

Le Origini Della Notte - andrea micalone

Trama

Cosa sono le strane creature avvistate tra i ghiacci dai cacciatori di pinguini? Dove sono finiti i seimila abitanti della cittadina di Bardumillar, ridente borgo ai piedi delle montagne? E soprattutto, chi è il ragazzo delle risaie dotato di incredibili poteri che la gente chiama il “Salvatore”?
Da queste domande prende avvio il primo appassionante capitolo della saga che sta ridefinendo il fantasy classico. Tra battaglie campali e intrighi di potere, il “Tramonto della Luna” ha avuto inizio.

L’autore

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Andrea Micalone è nato ad Atri (Te) il 18/11/1990. Diplomatosi al Liceo Scientifico Tecnologico “G.Marconi” di Pescara, sta ora seguendo il corso di Laurea in Lettere Moderne all’università “G. D’annunzio” di Chieti. Ha scritto il suo primo libro all’età di otto anni e da allora non ha più smesso di sprecare inchiostro, nel tentativo di emulare i suoi inarrivabili punti di riferimento. Nel 2010 una sua poesia è stata selezionata per la pubblicazione nell’antologia di poeti contemporanei “Il Sogno”, curato dal collettivo Poesiaèrivoluzione. Sempre nel 2010 ha ricevuto poi il Premio Speciale della giuria alla Dodicesima Edizione del Premio Nazionale di Poesia “Oreste Pelagatti” tenutosi a Civitella del Tronto. Nel 2011 ha pubblicato una sua raccolta di racconti con Arduino Sacco Editore, dal titolo “Buonanotte ai Sognatori”. Nel 2013 invece, grazie al romanzo di genere fantascientifico “Hodoeporicon”, è rientrato tra gli otto finalisti del Premio Urania della Arnoldo Mondadori Editore.

Recensione

Che bello parlare di giovani autori italiani che, nonostante le difficoltà incontrate nel mondo dell’editoria, si impegnano per far conoscere le proprie storie. È il caso di Andrea Micalone, che ha deciso di distribuire gratuitamente il primo capitolo della sua saga fantasy.

Le Origini della Notte trasporta il lettore in un mondo intriso di magia.

Benché io non sia un’affezionata del genere (per quanto riguarda i libri, almeno) ho trascorso piacevoli ore in compagnia di questo romanzo.

La storia è coinvolgente e ben narrata. Le atmosfere e alcuni luoghi (per esempio la città dei nani e i problemi del Concilio) ricordano quelli del videogioco Dragon Age: Origins. Considerato che il videogioco in questione è il mio preferito ho apprezzato le affinità tra il libro e il gioco appunto, perché comunque non sono esagerate e non si può dire che l’autore ne abbia abusato.

I personaggi sono numerosi mentre i protagonisti sono descritti in maniera efficace, con un retroscena di esperienze che rende credibili le loro qualità e peculiarità caratteriali.

La narrazione è scorrevole nonostante i numerosi colpi di scena e la violenza di alcuni passaggi. Lo stile fresco facilita una lettura piacevole e veloce, adatta soprattutto ai lettori più giovani.

Un libro consigliato agli amanti del genere ma anche a coloro che vogliono avvicinarsi per la prima volta al fantasy, e grazie alla distribuzione gratuita non ci sono davvero scuse per lasciarselo sfuggire.

Valutazione:

4

Allora, dove trovarlo? C’è solo l’imbarazzo della scelta:

Buona lettura!

Tregua è tornato

Oltre dodicimila downloads dal blog. Ora Tregua, arricchito in dettagli, scene, dialoghi, è disponibile anche su Amazon. In offerta lancio a 0,99 €.

Clicca qui.

 

 

Tregua 1

Puglia, gennaio 1943.
Elisa ha diciotto anni, è una ragazza semplice e vive con il padre Vito e il fratello maggiore Antonio. La sua vita è scandita da una monotonia triste e a volte spaventosa: razioni insufficienti, sottomissione agli uomini di casa, rappresaglie delle Camicie Nere e bombardamenti alleati. Non sa cosa siano il mare, la libertà, l’amore, eppure la sua vita sta per cambiare. L’incontro con un uomo misterioso getterà ombre e dubbi sulle convinzioni della comunità del paese e su quelle di Elisa, sui suoi legami familiari. Anche la ragazza però cela un segreto: esso potrebbe rappresentare la fine dell’unica speranza che si affaccia all’orizzonte.
In un romanzo che ha il sapore di sole e calce, terra e pane nero, la vita rincorre e sfida gli orrori della dittatura e dei campi di concentramento, spera nelle attività antifasciste e incassa le perdite. La storia di una ragazza che, grazie alla guerra, all’odio e all’amore, diventa donna. Il ritratto di un’Italia che non c’è più. La coscienza degli eroi dimenticati che, con il loro contributo, hanno fatto grande la Storia.

Alcune opinioni

 

Capacità di narrare di buon livello e storia decisamente bella. Leggo tanti libri, questo uno dei migliori. Toni D’Angelo, regista

Questo libro spesso prende le sembianze di un abbraccio avvolgente per poi mutarsi in un pugno nello stomaco. Bellissimo. Luca Mastinu, scrittore e compositore

Un’opera degna del realismo degli anni ’50 che sta assai bene insieme ai testi di Primo Levi, di Pavese e di quanti si sono distinti per merito nel raccontare gli orrori della seconda guerra mondiale. Giovanna Albi, docente e scrittrice

Polvere che viene tolta da una serie di fotografie in bianco e nero. Il ricordo che campa nell’aria rarefatta di un’Italia persa e ancora incredula su quanto le sta capitando. Enzo D’Andrea, scrittore

Tregua è stato ideato e scritto nel 2011, dopo periodi di studio e ricerche tramite web, biblioteca, libri di storia, appunti pregressi nonché interviste a persone anziane. Nel 2012 il romanzo ha partecipato al concorso letterario nazionale “ilmioesordio”, classificandosi con il giudizio di Scuola Holden tra i finalisti su oltre duemilaseicento opere in gara.

La bestia dagli occhi di ghiaccio – Davide Simoncini

Cari amici,

vi segnalo l’uscita di un romanzo particolarmente interessante: La bestia dagli occhi di ghiaccio di Davide Simoncini.

Copertina Facciata Anteriore

Trama

1993, Garfagnana. Santo è alla ricerca di un tesoro, un tesoro che i suoi avi hanno nascosto per paura che qualche brigante lo potesse sottrarre agli abitanti di Col di Favilla. Sospetta che qualcuno sia sulle sue tracce e sia risoluto nel proprio scopo, tanto da poter commettere uno dei più atroci massacri ricordati nella storia delle montagne… 

Oggi, 2014, Garfagnana. Ottavio e Linda sono due semplici amici con la passione per la montagna, entrambi decisi a non impegnarsi. Almeno fino a quando si ritrovano dentro una spirale di morte, un incubo che prende forma da un ricordo lontano, ciò che è accaduto tanti anni prima. 
E che adesso è tornato, pronto a riportare il tormento sulle montagne… 

Qualcosa ha minato la quiete della foresta. Quel qualcosa ha provocato una reazione a catena, una serie di eventi temuti perfino dagli abitanti della montagna. La cosa si è risvegliata, decisa a vendicare le offese del passato, determinata a ristabilire un equilibrio ormai perduto. Niente può sbarrargli la strada, nessuno può scampare al destino scritto nel momento stesso in cui gli ingranaggi della vendetta hanno cominciato a girare di nuovo. 
Dopo anni di letargo, ora la pace sta per finire. 
Perché dopo anni di riposo la bestia ha riaperto gli occhi.

La mia opinione

Il libro è diviso in capitoli brevi che, grazie anche all’alternanza tra passato e presente, suscitano curiosità e mantengono viva l’attenzione. Una buona analisi interiore dei personaggi puntella la storia in maniera convincente. Inoltre mi è molto piaciuto il rapporto che alcuni personaggi hanno con la montagna, come se essa fosse un’entità viva, a sé stante.

Valutazione:

4

Link utili

Ecco alcuni link utili da cui si può dare un’occhiata ravvicinata al libro e conoscere meglio l’autore.

 

Non mi stancherò mai di dirlo: sostenere la letteratura nostrana, soprattutto quella di qualità e i cui autori sono giovani promesse, fa bene a tutti. Buona lettura 😉

Vendetta, coraggio, amore e leggende giapponesi: “Onislayer” di Barbara Schaer

Chi mi segue anche su facebook avrà letto qualche giorno fa che iniziando la lettura di un fantasy “puro” – mondi inventati, spade magiche, draghi, orchi – non sono riuscita a continuare poiché non è proprio il mio genere. Ho deciso allora di provare con qualcos’altro che restasse in tema e mi sono avventurata verso l’urban fantasy, sottogenere che mi è meno alieno e di cui qualche volta ho trovato libri piacevoli. Stavolta le mie aspettative non sono state deluse, anzi abbondantemente superate.

ONISLAYER

Barbara Schaer

Amazon Kindle

 

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Trama

 

Per difendersi dalla maledizione che li perseguita da centinaia di anni gli Eredi degli antichi clan giapponesi vivono segretamente a Fairport, stato di Washington, combattendo una guerra silenziosa contro i demoni Oni, e proteggendo il vincolo della Coppia Eletta che tiene il feroce Oda Nobunaga prigioniero negli Inferi.
Jin McDowell è il Nobunaga scelto per suggellare il nuovo vincolo e per farlo deve sposare Asami Williams, la Mitsuhide che gli è stata destinata, l’unica donna che abbia mai amato. Ma Asami è fuggita mettendo in pericolo gli Eredi e spezzandogli il cuore.
Sullo sfondo di una guerra senza fine, Jin e Asami si ritroveranno di nuovo insieme, ma nulla sarà più uguale a prima. Animata da una fredda e letale sete di vendetta Asami coinvolgerà Jin nella sua battaglia personale, e in un mondo dove nulla è ciò che sembra, fra travolgenti passioni, tradimenti, e oscure profezie, scopriranno che nonostante tutto il dolore che li ha divisi, l’amore che un tempo li legava non è andato completamente perduto.

L’autrice

 

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Barbara Schaer, 30 anni, vive a Genova da sempre, da qualche anno con suo marito e lavora come consulente informatico. Nonostante l’indirizzo scientifico degli studi che ha seguito, leggere (qualunque genere, specialmente il fantasy) e scrivere sono da sempre le sue più grandi passioni, alle quali cerca di dedicare tutto il tempo libero a sua disposizione. Il suo primo romanzo, Alis Grave Nil, è stato autopubblicato a maggio 2012.

La mia recensione

 

Dico subito che, assieme a La stella di Giada di Stefania Bernardo – che ho recensito qui -, Onislayer è uno dei libri che ho apprezzato di più in assoluto. Chi segue il blog sa bene che ne leggo almeno un paio alla settimana, quindi giudicate voi il valore di questa affermazione. E il fatto che si tratta di autrici non famose la dice lunga sull’andamento delle scelte della grande editoria – vedi recensione di Io e te di Ammaniti, qui.
Ciò che mi ha catturata nelle prime pagine e che mi ha indotta ad acquistare l’ebook per proseguire la lettura è stato lo stile: sagace, sicuro, consapevole e adatto alla storia, contribuisce a mantenere serrato il ritmo delle azioni e a far comprendere appieno le emozioni dei personaggi. Uno stile così avveduto è per la sottoscritta – in verità un po’ fissata su questo aspetto – un grande punto a favore. Poche volte abbandono libri ma la maggior parte delle volte è successo perché lo stile era soporifero, per niente accattivante, perlomeno per le mie preferenze.
Parliamo della trama. La storia di Onislayer è valida, intrigante, mai banale, articolata e ben costruita. Ricca di colpi di scena, le componenti fantasy non sono esagerate e – forse questa una cosa che me l’ha fatta apprezzare di più a causa della mia inesauribile passione per la storia e le tradizioni – ispirate al folclore giapponese (vedi approfondimento in fondo all’articolo). In alcuni capitoli le vicende assumono le caratteristiche del thriller, in altri quelle dell’horror, in altri ancora diventano romantiche in maniera nient’affatto scontata o melensa. L’erotismo che serpeggia in alcune scene – talvolta piuttosto crude – non è mai volgare, anzi, diventa sovente appassionato e struggente. L’amore è un sentimento importante ma non quello predominante in un caleidoscopio di sentimenti in cui brillano il coraggio, l’amicizia, la vendetta.
I personaggi sono numerosi e anche quelli secondari appaiono vividi, realistici, differenti l’uno dall’altro, originali, credibili. Ognuno ha la propria storia, la quale incide sulla trama principale, il che è una caratteristica di non poco conto.
Ogni tanto si incontra qualche errore di distrazione o la ripetizione di qualche termine, ma nulla che mini la qualità del testo o la scorrevolezza della lettura. In definitiva un libro che tiene con il fiato sospeso, che fa emozionare e anche contorcere lo stomaco. Consigliatissimo.

Valutazione:

5+

Approfondimenti

 

Vediamo di chiarire un po’ di termini che si incontrano già nella trama e altri che si trovano nel libro, per calarci nell’atmosfera di Onislayer.

Oni

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Gli oni sono creature mitologiche del folklore giapponese, simili ai demoni e agli orchi occidentali. Sono personaggi popolari dell’arte, della letteratura e del teatro giapponesi.

I ritratti degli oni variano notevolmente tra loro, ma normalmente vengono descritti come creature giganti e mostruose, con artigli taglienti, capelli selvaggi e due lunghe corna.
Sono fondamentalmente umanoidi, ma occasionalmente sono ritratti con caratteristiche innaturali, come molti occhi o dita delle mani e dei piedi extra. La loro pelle può essere di colori diversi, ma quelli più comuni sono rosso, blu, nero, rosa e verde. Il loro aspetto feroce viene spesso accentuato dalla pelle di tigre che tendono ad indossare e dalla mazza ferrata da loro favorita, detta kanabō. Questo modo di immaginarli ha generato l’espressione oni con la mazza ferrata, cioè “invincibile” o “imbattibile”. Può anche essere usata nel senso di “forte oltre i forti” o in quello di migliorare o incrementare le proprie capacità naturali mediante l’uso di un attrezzo.

Nelle prime leggende gli oni erano creature benevole ritenute capaci di tenere alla larga spiriti maligni, malvagi e malevoli e di punire i malfattori.
Durante l’era Heian il Buddhismo giapponese, che aveva già importato una parte della demonologia indiana (rappresentata da figure come i kuhanda, gaki e altri), incorporò queste credenze chiamando queste creature aka-oni (“oni rosso”) e ao-oni (“oni blu”) e facendone i guardiani dell’inferno o torturatori delle anime dannate. Alcune di queste creature erano riconosciute come incarnazioni di spiriti shinto.
Con il passare del tempo la forte associazione degli oni con il male contagiò il modo in cui venivano percepite queste creature e vennero considerate come portatori o agenti delle calamità. I racconti popolari e teatrali iniziarono a descriverli come bruti stupidi e sadici, felici di distruggere. Si disse che gli stranieri e i barbari fossero oni. Oggigiorno sono variamente descritti come spiriti dei morti, della terra, degli antenati, della vendetta, della pestilenza o della carestia. Non importa quale sia la loro essenza, gli oni odierni sono qualcosa da evitare e da tenere a bada.
Fin dal X secolo gli oni sono stati fortemente associati con il nord-est (kimon), particolarmente nella tradizione detta onmyōdō di origine cinese. I templi sono spesso orientati verso questa direzione per prevenirne gli influssi nefasti e molti edifici giapponesi hanno indentazioni a forma di “L” in questa direzione per tenere lontani gli oni. I templi Enryakuji, sul Monte Hiei a nord-est del centro di Kyōto e Kaneiji, che erano collocati a nord-est delle dimore imperiali, ne sono un esempio. La capitale giapponese stessa fu spostata verso nord-est da Nagaoka a Kyōto nell’VIII secolo.
Alcuni villaggi tengono cerimonie annuali per tenere lontani gli oni, specialmente all’inizio della primavera. Durante la festa del Setsubun la gente scaglia fagioli di soia fuori dalle case gridando «Oni wa soto! Fuku wa uchi!» (“Oni fuori! Fortuna dentro!”). Secondo un’altra tradizione di origine taoista si ritiene che alcuni oni possano fare delazioni alle divinità sui peccati dell’uomo, perciò la nota rappresentazione delle tre scimmie che «non vedono, non sentono e non parlano» (con un gioco di parole in giapponese: «mizaru, kikazaru, iwazaru») ha valore talismanico perché impedirebbe a questi spiriti di agire malevolmente. Rimangono comunque alcune vestigia dell’antica natura benevola degli oni. Per esempio uomini in costume da oni conducono spesso le parate giapponesi per tenere lontana la sfortuna. Gli edifici giapponesi a volte includono tegole del tetto con la faccia da oni per tenere lontana la sfortuna, in maniera simile alle gargouille della tradizione occidentale. Nella versione giapponese del gioco nascondino il giocatore che sta sotto è invece chiamato “l’oni”.

Le radici storiche degli oni

È stato ipotizzato che gli oni non siano altro che una trasposizione degli Ainu, antica popolazione europoide del nord del Giappone, che tuttora sopravvive nell’isola settentrionale di Hokkaidō. Si sa che i giapponesi consideravano gli Ainu esseri animaleschi a causa delle caratteristiche fisiche differenti e della forte pelosità, che ancora oggi manifestano. Nelle leggende infine gli oni furono sconfitti, un’eco nell’iconografia popolare delle guerre di sterminio che i giapponesi condussero per secoli contro gli Ainu.

Nella cultura moderna

Nel Giappone contemporaneo gli oni sono, ormai, solo i protagonisti delle filastrocche per bambini e delle storie folkloristiche.
Nella letteratura, e in particolare negli anime e nei manga, essi hanno assunto un ruolo molto importante e diverse opere li hanno come protagonisti principali o secondari; tra questi è da ricordare la vicenda de Il sigillo azzurro (1991-1994) della mangaka Chie Shinohara. Un altro manga dedicato agli oni è Shutendoji di Go Nagai. Il titolo dell’opera rimanda alla leggenda di un oni dallo stesso nome, anche se scritto con caratteri diversi, ma omofoni.

Oda Nobunaga

 

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Oda Nobunaga (Owari, 1534 – Kyoto, 1582) fu un signore feudale giapponese che avviò la riunificazione del paese, lacerato dalle guerre tra i daimyo durante il cosiddetto periodo sengoku (o “degli stati combattenti”, 1467-1568).

Signore di Nagoya nella provincia di Owari, grazie a una serie di brillanti vittorie sui clan rivali riuscì a ottenere il controllo quasi totale della regione di Kyoto, conquistata definitivamente nel 1568. Per punire la resistenza opposta alla sua azione da alcune sette buddhiste, distrusse il grande monastero Tendai di Enryakuji nel 1571, massacrandone gli occupanti. Due anni dopo depose l’ultimo shogun della famiglia Ashikaga e, con la resa dell’ultimo monastero-fortezza di Osaka (1580), divenne signore di tutto il Giappone centrale. Una nuova violenta ribellione gli impedì di completare l’unificazione del paese, che fu portata a termine dal suo generale Toyotomi Hideyoshi.

Non si sa cosa accadde a Nobunaga nelle sue ultime ore di vita; probabilmente lui e il suo attendente Mori Ranmaru compirono seppuku. I suoi resti non furono mai ritrovati dando adito a una vasta gamma di leggende popolari.

Seppuku

 

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Seppuku è un termine giapponese che indica un rituale per il suicidio in uso tra i samurai.

Il seppuku veniva eseguito, secondo un rituale rigidamente codificato, come espiazione di una colpa commessa o come mezzo per sfuggire a una morte disonorevole per mano dei nemici. Un elemento fondamentale per la comprensione di questo rituale è il seguente: si riteneva che il ventre fosse la sede dell’anima, e pertanto il significato simbolico era quello di mostrare agli astanti la propria anima priva di colpe in tutta la sua purezza. Il taglio doveva essere eseguito da sinistra verso destra e poi verso l’alto. La posizione doveva essere quella classica giapponese detta seiza cioè in ginocchio con le punte dei piedi rivolte all’indietro; ciò aveva anche la funzione d’impedire che il corpo cadesse all’indietro, infatti il guerriero doveva morire sempre cadendo onorevolmente in avanti. Per preservare ancora di più l’onore del samurai, un fidato compagno, chiamato kaishakunin, previa promessa all’amico, decapitava il samurai appena egli si era inferto la ferita all’addome, per fare in modo che il dolore non gli sfigurasse il volto.

Shogun

 

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Dittatori militari che governarono il Giappone tra il 1192 e il 1867. Il titolo di shogun (letteralmente “comandante in capo contro i barbari”) fu usato per la prima volta nel periodo Nara (710-794), quando fu conferito ai generali inviati a combattere contro le tribù ribelli della zona nordorientale del paese.

Fu quindi riutilizzato dal ribelle Minamoto Yoshinaka quando conquistò la capitale Kyoto e sottomise l’autorità imperiale (1183); alla morte di questi, nel 1192, l’imperatore insignì del titolo di shogun il suo difensore Minamoto Yoritomo, cui delegò di fatto il potere, riconoscendogli il diritto di eliminare chiunque attentasse alla pace del paese e di nominare gli ufficiali addetti al controllo delle province. Il capo del clan Minamoto ottenne il titolo di shogun a vita e lo trasmise ai suoi discendenti, mentre all’imperatore non rimase che il rango di guida spirituale del paese. Il dominio dei Minamoto è conosciuto come “epoca Kamakura”, dal nome della città in cui Yoritomo stabilì la sede del governo.

Alla morte di Yoritomo (1199) il controllo del paese passò alla potente famiglia degli Hojo, che lo governarono in qualità di reggenti fino alla restaurazione dell’autorità imperiale operata fra il 1333 e il 1336 da Go-Daigo. L’autorità degli shogun fu restaurata dagli Ashikaga, che governarono dapprima in alleanza con i daimyo locali, quindi entrando in conflitto con loro (1470). L’ultimo shogun Ashikaga abdicò nel 1588, privo ormai di reale autorità, passata nelle mani dei potenti signori locali Oda Nobunaga e Toyotomi Hideyoshi.

Tokugawa Ieyasu riassunse il titolo nel 1603, dando inizio allo shogunato Tokugawa o “epoca Edo” (dal nome della città, l’odierna Tokyo, in cui venne trasferita la capitale), che continuò sino al 1867, quando con la restaurazione Meiji fu definitivamente abolita la carica e fu ristabilito il governo diretto dell’imperatore.

Omamori

 

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Gli omamori sono amuleti giapponesi dedicati sia a particolari divinità Shinto, che a icone Buddiste. La parola giapponese mamori significa protezione, mentre il prefisso onorifico o- da alla parola un significato movente verso l’esterno, quindi andando a significare “tua protezione”.

La copertura dell’amuleto è fatta solitamente con stoffa e racchiude al suo interno una preghiera scritta su un foglio di carta o un pezzo di legno. Si suppone che la preghiera sia di buon auspicio per il portatore in particolari occasioni, compiti o prove. Gli omamori sono anche utilizzati per scongiurare la sfortuna e vengono spesso legati alle borse, appesi ai cellulari, nelle automobili. L’aspetto degli omamori può variare a seconda del luogo in cui sono stati fatti.
Spesso su un lato dell’omamori è specificata l’area di fortuna o di protezione a cui sono destinati e, sull’altro lato, il nome del santuario o del tempio in cui sono prodotti. Esistono omamori generici, ma la maggior parte ha un funzione unica: salute, amore o studio, per citarne qualcuna.
Si dice che l’omamori non dovrebbe mai essere aperto, pena la perdita della loro capacità di protezione. La validità dell’omamori è di un solo anno, dopo di che dovrebbe essere restituito al santuario o tempio in modo che possa essere smaltito correttamente.

Fonti: Encarta, Wikipedia

La spada di Allah – Francesca Rossi

Cari followers,

oggi vi parlo di un racconto dall’ambientazione storica e spaziale particolare e affascinante.

LA SPADA DI ALLAH

Francesca Rossi

La mela avvelenata

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Trama

Cosa sarebbe accaduto se l’Impero Ottomano avesse conquistato Vienna, in quel fatidico 11 settembre 1683, quale sarebbe stato il destino del mondo? 9 settembre 1683. L’esercito ottomano tiene sotto assedio Vienna, la “Mela d’Oro”, deciso a conquistarla e a penetrare, attraverso essa, nel cuore dell’Europa. Alla battaglia decisiva, da cui dipenderà il corso della Storia, mancano ormai poche ore. Il sultano, però, non è ancora sicuro di voler scatenare una guerra. Il suo prudente piano politico è in aperto contrasto con quello del suo consigliere Ibrahim, in realtà un jinn mosso dalla sfrenata ambizione e dalla sete di potere. Quest’ultimo riesce, grazie ai suoi poteri e all’alleanza con Sharif, il crudele figlio del sultano, a prendere in mano le sorti della Sublime Porta e della battaglia di Vienna, portando l’Islam a dominare il mondo. Si apre un’epoca di crudeltà ed incertezza, poiché il messaggio della religione musulmana viene traviato e modellato sulla ferocia dei nuovi padroni. Solo un’arma può uccidere il potente jinn Ibrahim: la spada di Allah. Impossessarsene, però, è un’impresa impossibile. Sarà il coraggioso Abdallah a rischiare la vita per salvare la sua amata Noor, vittima degli incantesimi di Ibrahim e liberare il mondo dall’oppressione, ristabilendo la pace ed il vero messaggio dell’Islam. Per riuscirci, però, dovrà fare i conti con la sua coscienza…

L’autrice

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Francesca Rossi è nata a Roma nell’aprile del 1984. Dopo la laurea in Lingue e Civiltà Orientali (curriculum di lingua e letteratura araba) a La Sapienza di Roma, si è trasferita ad Alessandria d’Egitto, per approfondire lo studio della lingua araba e della cultura arabo-islamica. Attualmente sta per specializzarsi nel corso di Lingue e Civiltà Orientali (laurea magistrale) a La Sapienza. Collabora con alcune riviste online tra cui Egittologia.net, Frontiere News e Taus Oriental Magazine, dedicata alla danza del ventre. È membro della Società delle Letterate. Ha creato e gestisce il blog dedicato al mondo arabo-islamico “La Mano di Fatima”, il sito dedicato all’eroina francese Angelica, la Marchesa degli Angeli ed il blog dedicato alle donne che hanno fatto la Storia “Divine Ribelli”.

La mia recensione

La spada di Allah è un racconto appassionante, anzi direi che è proprio un peccato che sia un racconto perché è finito troppo presto. Le atmosfere descritte sono affascinanti, vive, intrise del profumo di terre lontane e calde ricche di veli e magia. È proprio la magia che sta alla base delle vicende, che assieme all’avidità guida il nemico dei protagonisti. La storia, l’amore, la vendetta, il coraggio fanno da padroni. Lo stile è pulito e il registro adeguato all’ambientazione, con l’uso specifico di termini legati alla tradizione musulmana. L’idea di cambiare le sorti di una battaglia che segnò il destino dell’Europa è originale e getta una luce diversa sulla cultura islamica che in generale noi occidentali conosciamo solo superficialmente e con grandi pregiudizi.

Valutazione:

5

Intervista all’autrice

Ciao Francesca, benvenuta.

Grazie a te per avermi invitata.

  • Parliamo un po’ di te. Dalla tua biografia leggiamo che sei laureata in Lingue e Civiltà Orientali e hai addirittura vissuto ad Alessandria d’Egitto. Anch’io ho viaggiato più volte in alcuni Paesi arabi e sono rimasta affascinata da una cultura così vicina eppure diversa dalla nostra. Ma la tua passione va senz’altro oltre questo accostamento superficiale. Ricordi quando è nato l’amore per la cultura araba? È scaturito da qualcosa in particolare?

Non saprei individuare un momento esatto e nemmeno un periodo della mia vita in cui è iniziato questo grande amore per la cultura arabo-islamica. Ce l’ho da quando ho memoria, me lo porto dentro da sempre. Mi ha accompagnato fino a che non ho deciso di renderlo il mio percorso di studi e, dunque, la mia vita. Ricordo che, quando ero molto piccola, mia madre amava vedere film come “Sahara” o “Lawrence d’Arabia”. Può darsi che anche queste pellicole abbiano avuto una certa influenza verso di me, ma la scintilla c’era già, perché rammento che adoravo guardarli anche io e nient’altro esisteva in quei momenti.

  • La Mano di Fatima è il tuo blog dedicato al mondo arabo e islamico. Prendendo in considerazione la tua esperienza di gestione del blog, trovi che l’approccio virtuale possa indirizzare più facilmente le persone verso la conoscenza reale di ciò che è la cultura araba, in modo totalmente slegato da quello pregiudizievole che propinano i mass media?

Penso che gli strumenti in genere, i blog, i giornali di carta oppure online, lo stesso Internet, siano straordinari, ma non possano essere definiti a priori “buoni” o “cattivi”. Dipende dall’uso che se ne fa. Certo, un blog utilizza un linguaggio diverso, per certi versi più immediato e breve rispetto a un saggio, per ragioni tecniche, però se le informazioni contenute sono inesatte, sbagliate e/o tendenziose persino il blog può essere inutile se non addirittura dannoso. Per questo bisogna sempre scrivere dopo aver verificato le fonti, riportando fatti e opinioni senza schierarsi o, almeno, se si vuole rendere pubblico il proprio pensiero, bisogna distaccarlo da ciò che è l’oggetto dello studio. Il lettore deve capire bene dove finiscono i dati, le nozioni, le notizie e comincia il parere personale. Per fare tutto ciò occorre leggere tanto, informarsi, aggiornarsi di continuo.

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  • Un altro tuo blog è dedicato all’eroina francese Angelica, la Marchesa degli Angeli. Confesso di essere assolutamente ignorante a riguardo, ti va di parlarne?

Angelica la Marchesa degli Angeli è la celebre eroina letteraria francese di Anne e Serge Golon, ingiustamente dimenticata dal cinema, dalla televisione e molto spesso osteggiata dalla critica. La serie di romanzi di Angelica, invece, ha tutto: stile accattivante, eccellente ricostruzione storica, personaggi ben delineati, amore, avventura, passione, intrighi, politica. L’ambientazione varia dalla Francia di Luigi XIV al Marocco fino al Nuovo Mondo, sfondi eccezionali per raccontare la vita di una donna bellissima e coraggiosa e del suo amore travagliato per il conte di Peyrac, marito prima imposto e poi, col tempo, perdutamente amato.
Negli anni Sessanta vennero tratti dai romanzi anche dei film di grande successo, diretti da Bernard Borderie. Sarebbe meraviglioso se le case editrici italiane si ricordassero di Angelica e decidessero di ripubblicarne, per intero, la saga. Angelica è, per me, fonte di ispirazione continua, (mi basta anche solo ascoltare un brano della colonna sonora) come anche i romanzi di Emilio Salgari e di tanti altri bravissimi autori.

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  • Infine gestisci il blog Divine Ribelli, dedicato alle donne che hanno cambiato il volto della Storia. Quest’ultimo lo conosco bene poiché ha ospitato una tua recensione su Tregua nell’ambra. Apprezzo molto il tuo amore per la storia e l’amore che metti nel condividerlo con gli altri. Le nuove generazioni hanno assolutamente bisogno di conoscere il passato e i suoi personaggi, ciò che è stato e perché, poiché credo che in questo modo si gettino le basi per costruire un futuro migliore. Secondo te nella formazione scolastica oggi offerta ai giovani si tratta in maniera adeguata un aspetto così importante dell’umanità? Oppure bisognerebbe adottare un approccio più approfondito, magari anche “diverso”, meno accademico e più vissuto? La presa di coscienza del nostro passato secondo te è utile nello sviluppo di menti capaci di pensare da sole e in grado di cambiare il mondo?

Non ci può essere futuro senza la conoscenza del passato. La Storia non è solo ricordare fatti e date. È riviverli con i protagonisti e non solo. Però, per far questo, serve collaborazione da entrambe le parti: gli insegnanti dovrebbero coinvolgere di più gli studenti, far sentire gli uomini del passato non figure irraggiungibili, positive o negative che siano, coperte di polvere e secoli, ma uomini che hanno condizionato, nel bene o nel male, le nostre vite. I giovani dovrebbero capire le cause e le conseguenze degli avvenimenti storici, le relazioni internazionali e la geopolitica. Non è facile, anche per una questione di tempo, per questo andrebbero spinti, invogliati a saperne di più anche da soli.Ci sono moltissimi personaggi storici considerati, ancora oggi, meno importanti, quasi “non degni” dell’attenzione di studiosi e allievi. Molti, purtroppo, sono proprio donne. La Storia, invece, dobbiamo ricordarlo se vogliamo davvero essere obiettivi, è fatta sia di uomini che di donne, intellettuali, guerriere, regine, principesse, maghe e popolane. E non solo: la Storia dell’umanità è passata anche attraverso le alcove, che lo accettiamo o no. Seduzione e potere, spesso, sono andati a braccetto. 

Insomma, la Storia è la nostra identità, non solo il nostro passato.

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  • Parliamo adesso del racconto La spada di Allah. Come è nata l’idea di scrivere un esito alternativo alla battaglia dell’11 settembre 1683?

La casa editrice “La Mela Avvelenata” lanciò il progetto “Sine Tempore”, dedicato proprio alle ucronie e mi invitò a partecipare. Mi venne subito in mente di scrivere qualcosa sull’assedio di Vienna del 1683, perché è un avvenimento quasi dimenticato (non dagli studiosi però), eppure, se avesse vinto l’esercito ottomano, le nostre vite sarebbero cambiate completamente. Non è da sottovalutare e, infatti, la sconfitta dei turchi segnò per sempre l’Islam. Entrambi gli schieramenti erano esausti, decimati dalle malattie e la vittoria per nulla scontata.

  • C’è molta magia nel tuo racconto. Credi che alcuni aneddoti che ci giungono dal passato e che riguardano proprio l’uso delle arti magiche o la presenza di creature spirituali o demoniache abbiano un fondo di verità?

A dire il vero io non credo alla magia, sono un tipo più razionale, ma credo comunque che esista qualcosa che è più grande di noi e che non sappiamo spiegarci. Diciamo che ci sono cose su cui “sospendo il giudizio” e su cui attendo una verità, pur sapendo che, molto probabilmente, non l’avrò mai.

  • Mi sono piaciuti molto i personaggi di Abdallah e Noor. Sono personaggi realmente esistiti?

No, sono frutto di fantasia. I personaggi realmente esistiti sono Kara Mustafa e Mehmed IV. Però, nonostante questo, tutti i miei personaggi traggono ispirazione da persone che conosco, o che incontro, o di cui leggo sui giornali o vedo alla televisione. Basta una scintilla, qualcosa che mi colpisce, un tratto che caratterizza l’essere umano, come l’ambizione, o la generosità.

  • Hai voluto lanciare un messaggio particolare attraverso le righe del tuo racconto?

L’ambizione sfrenata non ci fa stare meglio, ma ci trascina in una spirale da cui, poi, è difficile uscire. Allo stesso modo i fondamentalismi, che sono nocivi, ci imprigionano, impedendoci di pensare e agire liberamente.
Dobbiamo sempre sforzarci di pensare con la nostra testa, di sfidare noi stessi per diventare, giorno dopo giorno, persone migliori, proprio come fa Abdallah quando, per rendersi degno della Spada di Allah e salvare Noor e il mondo, decidere di “scavarsi dentro”, tra le cose che fino a quel momento aveva taciuto perfino a se stesso.

  • So che presto potremo leggere qualcos’altro di tuo. Puoi anticiparci qualcosa?

In ottobre uscirà un romance storico, per La Mela Avvelenata, ambientato durante la Rivoluzione russa. La storia di un amore impossibile e di una donna che cerca l’indipendenza. Verrà pubblicato prima uno spin off, dal titolo “La Presa del Potere” e poi il romanzo, “Il Palazzo d’Inverno”.
Inoltre sono in fase di ricerca storica per il prossimo che ho in mente e sto scrivendo una nuova storia. Incrocio le dita e speriamo bene.

Grazie per essere stata con noi e buona scrittura.

Grazie a te!

Il veleno del cuore – Barbara Risoli

Eccomi qui con un libro di genere storico come piace me e spero anche a voi.

 

IL VELENO DEL CUORE

Barbara Risoli

Amazon Kindle

 

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Trama

 

Siamo nell’estate del 1788, nella Francia pre-rivoluzionaria messa a dura prova da un rigido inverno e in attesa del giorno dell’assemblea degli Stati Generali che precederanno la presa della Bastiglia. I protagonisti sono Eufrasia, figlia del conte Xavier des Fleuves facente parte dei fisiocratici sostenitori del cambiamento, e Venanzio, un assassino prezzolato dal torbido passato. A seguito del mancato matrimonio della ragazza, i due s’incontrano e tra loro viene a crearsi un saldo legame dai risvolti inquietanti che mette in luce i loro animi senza scrupoli e disposti a tutto, per se stessi a scapito degli altri. La richiesta di Eufrasia di inscenare il proprio omicidio, per evitare il convento, e l’esecuzione del servizio da parte del bandito, porta entrambi a cambiare identità celandosi nel cupo scenario della Francia in fermento, in ginocchio sotto la neve incessante dell’inverno 1788. A questo punto la storia si articola tra Nanterre, piccolo borgo vicino a Versailles, e la Bretagna, terra d’origine dei protagonisti. Eufrasia diviene la Vedova, donna sempre celata in un lutto stretto, abile giocatrice d’azzardo e contrabbandiera che arma la rivoluzione incombente. Venanzio si spaccia per il duca Stolfo Rues di un casato inesistente. Una serie di coincidenze li fanno incontrare nuovamente, mentre l’amore di entrambi viene svelato lentamente in un timore reciproco del rifiuto. Ma le promesse sono promesse e…

L’autrice

 

Nata l’8 giugno 1969 a Monfalcone (GO), vive nella provincia di Udine con il marito Enes, il figlio Edwin e il suo piccolo zoo. Amante degli animali e del mistero, scrive da sempre. Pubblica il suo primo romanzo L’ERRORE DI CRONOS nel 2006 senza avere troppa fortuna. Nel 2008 arriva finalista al Premio Zenone e vede pubblicato il romanzo breve di fantascienza LA STIRPE (Runde Taarn Edizioni). Segue la seconda edizione de L’ERRORE DI CRONOS (Runde Taarn Edizioni) che questa volta ottiene un buon riscontro dal pubblico amate del fantasy, anche se la narrazione è insolita e fuori dai canoni standard. Nel 2009 esce il seguito LA GRAZIA DEL FATO (0111 Edizioni) che ancora una volta appassiona i lettori con le avventure del re greco Dunamis e della figlia del futuro Zaira. Tuttavia, un altro genere trattato dall’autrice è il sentimentale storico ed esce nel 2009 con IL VELENO DEL CUORE, romance ambientato della Francia pre-rivoluzionaria del 1788, con protagonisti ancora una volta fuori dalle righe. Vince con questo romanzo il CONCORSO IL CLUB DEI LETTORI 2009 e lo presenta alla FIERA DEL LIBRO DI TORINO 2009. Ultima fatica è il sequel LA GIUSTIZIA DEL SANGUE, dove i protagonisti si ritrovano in piena Rivoluzione Francese nel tentativo impossibile di salvare la vita del piccolo Luigi XVII, il bambino martire della Rivoluzione, figlio del decapitato Luigi XVI e di Maria Antonietta. Documentato e frutto di accurate ricerche storiche, l’autrice mischia la realtà con la fantasia intessendo una trama neppure tanto impossibile.

A causa di due lutti familiari nel 2010, dopo tre anni di fermo pubblica in Formato Kindle su Amazon L’ONDA SCARLATTA di genere volutamente romance in ambientazione ancora un volta franco rivoluzionaria. Attualmente è una scrittrice indipendente che si appoggia alla piattaforma Amazon con la ripubblicazione di tutti i suoi romanzi in seconda edizione. Ha pubblicato recentemente LA STELLA D’ORO, che trova la sua trama tra il Friuli della Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione Russa.

Visitate il blog principale dell’autrice, qui.

La mia recensione

 

Eufrasia è una giovane nobile, intelligente e capace; la vita agiata l’ha portata a essere severa ed egoista, pretenziosa. Ne prende coscienza improvvisamente quando abbandona all’altare Aldo, l’uomo per cui ha lottato per molti anni. Venanzio è un assassino, un ladro, un truffatore, ma non di quelli rozzi e banali: egli ha in sé qualcosa di elegante, di attraente, di “oscuro” e sa come sfruttarlo. L’incontro tra i due protagonisti, il primissimo fortuito, il secondo un po’ meno, li attrae inevitabilmente l’uno verso l’altra, così diversi, così simili in una Francia che si prepara alla rivoluzione.

Ho trovato interessante il fatto che i protagonisti non sono i soliti eroi buoni, ma anzi persone i cui comportamenti possono anche suscitare indignazione. In questo il libro mi ha un po’ ricordato Catherine e Heathcliff di Cime tempestose. Le atmosfere sono affascinanti, adatte all’epoca. Il periodo storico è trattato dal punto di vista limitato – ma ben esposto – dei singoli individui nel fermento del popolo. Lo stile è ricco di aggettivi; i dialoghi sono adatti all’ambientazione.

Valutazione:

4

Intervista all’autrice

 

Ciao Barbara, benvenuta.

  • Dalla tua biografia leggiamo che scrivi fantasy, fantascienza o sentimentale storico. Credi che il tuo stile sia più adatto a questi generi? Cosa ti spinge a preferirli nonostante ad esempio la grande differenza tra fantascienza e romance?

Alla luce delle mie pubblicazioni e dei riscontri ottenuti in quello che io definisco ‘microcosmo degli emergenti’, adesso posso affermare di avere percorso una strada che alla fine ha smussato il mio modo di scrivere, i miei generi, il mio stile. Ho iniziato con un piccolo fantascienza e sono giunta a preferire il genere storico sentimentale, anche se sempre e comunque fuori dalle righe, discordante rispetto ai clichè. Ma io sono fatta così, cerco sempre di differenziarmi ed evito come la peste l’emulazione. Il mio stile è certamente più consono ai romanzi storici, vengo spesso e volentieri ‘tacciata’ di scrittura aulica, scrivere un contemporaneo con il mio stile credo creerebbe qualche critica e io aggiungo, pure giusta.

In conclusione, la linea che accomuna ogni mio romanzo sono i sentimenti, tormentati o sognanti, ma pur sempre sentimenti. È più forte di me.

  • Sei appassionata di storia. Di quali epoche storiche in particolare? Cosa ti affascina di più?

Chi mi conosce, lo sa: il mio periodo preferito è quello della Rivoluzione Francese. Vi ho ambientato due romanzi (tre, per l’esattezza, visto che uno è il seguito dell’altro). Ho sempre amato la Francia, come se fosse una seconda patria e quindi l’ho studiata, sezionata, ‘ravanata’. Ma dove c’è una rivoluzione, ci sono io! Mi affascina quella Russa e anche lì ho voluto introdurci una mia storia. Sono interessata ai grandi fenomeni storici che hanno cambiato il mondo, che lo hanno minacciato, che potrebbero tornare. Studio anche il Nazismo che mi sconvolge e del quale ogni giorno scopro una nefandezza. Tuttavia, della Storia mi affascinano i punti oscuri, quelli che danno adito a interpretazioni diverse ed è lì che io infilo le mie trame e diventano così credibili, visto che tutto è sospeso, misterioso, non ufficiale. Una menzione la devo riservare anche al periodo antico acheo­miceneo dove il mio fantasy mitologico ha dato vita a uno dei miei personaggi più riusciti.

  • Raccontaci qualcosa dei numerosi romanzi che hai pubblicato.

Appunto… sono numerosi, rischio un romanzo pure qui! Vabbè, un accenno per tutti lo faccio volentieri, così ripasso!

LA STIRPE, genere fantascientifico dove ipotizzo che il vero essere umano sia colui che è affetto da Trisomia 21. È più un romanzo breve per ragazzi.

L’ERRORE DI CRONOS e LA GRAZIA DEL FATO sono inquadrati nel genere fantasy, ma è un errore, in effetti è una grande storia d’amore tra un re acheo, Dunamis, e una donna giunta dai nostri tempi, Zaira,con tutte le difficoltà del caso. Il fattore fantasy sta nella traslazione temporale e nella presenza degli dei che ho voluto fedeli al mito (visto che io amo la mitologia greca).

IL VELENO DEL CUORE e LA GIUSTIZIA DEL SANGUE, i primi romance, se vogliamo… che romance non sono, considerando la coppia proposta che io definisco la ‘meno probabile del romance italiano emergente’. Il primo l’ho scritto per gioco, il seguito mi ha impegnata molto ed è, come tutti i miei sequel, migliore.

L’ONDA SCARLATTA è nato volutamente romance per essere sottoposto al giudizio di case editrici specializzate nel genere. Di risposte non ne ho avute ed è disponibile solo in Formato Kindle (come tutti gli altri, vistala mia scelta di essere indipendente). Pur nel tentativo di seguire i clichè, non sono riuscita nell’intento e la protagonista è imperfetta, il coprotagonista è un affascinante uomo che tuttavia fa saltare i nervi e il protagonista è un uomo fuori dal tempo e dalle righe, imperfetto pure lui. La passione è alta, ma resta il mio stile che proprio non riesce a rientrare nei seminati.

LA STELLA D’ORO (Zolotaja Zviezda) è l’ultimo nato, il mio preferito, dedicato a mia madre, scritto dopo la tragedia che ha scosso la mia vita, una sorta di riscatto interiore, una metafora del mio vissuto. Il periodo che tocco è azzardato,viaggio dalla Grande Guerra in Friuli e la Rivoluzione Russa di Pietrogrado. I protagonisti sono tragici eppure forti, determinati e fragili, il protagonista credo sia il migliore che io abbia creato, viste alcune reazioni da parte dei lettori.

  • De Il veleno del cuore mi è piaciuto molto il fatto che i protagonisti non sono i soliti eroi buoni, tutt’altro. Come mai hai deciso di dare loro una connotazione piuttosto negativa?

Ho sempre letto un po’ di tutto, ma nel rosa ho sempre trovato personaggi buoni, giusti, retti. Ho voluto cambiare le regole e ho delineato una donna disposta a qualsiasi cosa per difendere se stessa e un compagno di ventura che le somigliasse, evitando così tentennamenti nella trama. Eufrasia e Venanzio sono due delinquenti, la prima nobile e quindi ingiustificabile, il secondo figlio del popolo, senza arte né parte ma intelligente e astuto. Si incontrano… ed è un putiferio! Mi sono divertita molto a scriverlo, ogni volta che volevo far fare loro qualcosa di buono… scrivevo l’opposto. Mi è stata contestata questa loro freddezza, ma piacciono, almeno a chi è disposto a uscire ancora una volta dalle righe.

  • Il veleno del cuore ha un seguito, La giustizia del sangue. Ci anticipi qualcosa senza svelare troppo la trama?

Beh, LA GIUSTIZIA DEL SANGUE è stato un po’ il riscatto dei due ‘tagliagola’ e, già l’ho detto una volta, l’ho voluto scrivere per il mio lettore numero uno, Paolo Federici, che questa Eufrasia così algida proprio non riusciva ad accettarla sino in fondo. Poi l’idea e l’ho sviluppata forte delle conoscenze che avevo di base. La storia verte sulla presunta liberazione del piccolo Luigi XVII, vittima della rivoluzione che la Storia vuole morto, ma che alcuni ipotizzano invece sopravvissuto e io avevo chi poteva liberarlo, Venanzio ed Eufrasia.

  • Stai lavorando a qualcosa di nuovo?

Di proprio nuovo no, quello più avanti. Sto rieditando L’ERRORE DI CRONOS che pubblicherò sempre in Formato Kindle su Amazon. Lo sto ‘adultizzando’ e affermo con orgoglio che l’editor altro non è che… il lettore. Sì. Ho ricevuto una marea di commenti per l’ultima edizione: positivi e negativi, dettagliati e secchi. Ho fatto la media, ho individuato cosa è piaciuto e cosa no e adesso lo sto mettendo a posto. Nessuno come il lettore sa darti la giusta dritta per tentare di perfezionare un tuo scritto. Sono sicura che verrà bene… con un tale collaboratore! LA GRAZIA DEL FATO, il sequel, diciamo che è già pronto… usciranno in contemporanea o quasi.

 Bene, ti ringrazio molto per la chiacchierata, mi ha fatto molto piacere ospitare un’appassionata di storia come me.

Le cronache di Ériu – La faida

Vi stupirete del genere di libro che recensisco per voi oggi, ma l’idea di partenza è così originale che la lettura mi ha catturata sin dall’inizio. In fondo, quanti scrittori sognano – o temono – di poter incontrare i propri personaggi in carne e ossa?

 

LE CRONACHE DI ÉRIU – LA FAIDA

Maddalena Cioce

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Trama

Sara è una giovane scrittrice squattrinata, presa dalla stesura del suo nuovo romanzo. Una mattina, al risveglio nel suo monolocale, si ritrova misteriosamente davanti Cal, il protagonista della sua storia, che, spaesato, dopo aver scoperto di essere parte del suo manoscritto, cerca di strangolarla in quanto fonte di tutti i suoi guai.
Cos’è dunque uno scrittore? Un creatore, divinità di un mondo parallelo scaturito dalla sua penna, o un semplice visionario, capace di gettare un fugace sguardo in altri mondi?

L’autrice

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Maddalena Cioce ha ventinove anni, è sposata e ha un figlio di sette anni. Diplomata in Lingue, era anche laureanda in Scienze dell’educazione e della Formazione, con borsa di studio per merito, ma ha dovuto abbandonare gli studi a causa della nascita di suo figlio e del trasferimento da Bari, dove è nata e cresciuta, in Sardegna, dove attualmente vive con la famiglia. Scrittrice e lettrice incallita di Fantasy di ogni genere, attualmente il suo sogno è fare dello scrivere, il lavoro che ama, la sua fonte di sostentamento. È, inoltre, un’appassionata di psicologia, è una dote naturale che non ha potuto coltivare per le ragioni di cui sopra ma, prima o poi, con la sua profonda testardaggine riuscirà a scavalcare anche questo ostacolo.

La mia recensione

Sara è una ragazza intraprendente, sicura di sé, decisa a cavarsela da sola. Ha la passione per la scrittura e proprio quella le apre le porte di un mondo nuovo. D’improvviso si ritrova davanti Cal, il giovane protagonista del suo romanzo. Cal, spaesato e confuso per il suo arrivo a casa di Sara e incline alla vendetta e alla violenza, non è affatto felice della sua nuova condizione e tenta di uccidere Sara. Inizia un periodo di conoscenza burrascosa dei due protagonisti e di un’esilarante – sì, esilarante, ho infatti riso più volte leggendo – adattamento al nuovo mondo popolato da oggetti sconosciuti e quasi magici per Cal. L’atmosfera divertente è puntellata dallo stile brillante – e abbastanza pulito – dell’autrice che descrive in maniera precisa ogni scena e situazione anche quelle che Cal, suo malgrado, si ritrova a fronteggiare. La stanza dei bisogni, la scatola del freddo o ertubbo sono solo degli esempi. Le vicende prendono poi una piega prevedibile per il lettore ma inaspettata per i protagonisti e non mancano scene d’amore sdolcinato o di violenza. L’intermezzo di cui è quasi protagonista Lorenzo, l’avvocato presso cui Sara lavora come segretaria, è forse un po’ abbozzato e veloce. Quando l’ambientazione si sposta nel mondo di Cal si assiste a scene d’azione benaccette dopo la leggera staticità in casa di Sara. Cal e Sara litigano in continuazione, il che da un tocco di pepe alla loro relazione. Apprezzati sono i dettagli ispirati all’antica cultura irlandese. Sara scopre pian piano che la sua passione per la scrittura e la capacità di inventare mondi e personaggi altro non è che una sorta di veggenza su ciò che accade in universi paralleli, cosa che ho trovato molto affascinante e originale. Tralasciando qualche spiegazione di troppo sui comportamenti dei personaggi che il lettore è in grado di cogliere da sé, la narrazione risulta accattivante, scorrevole, piacevole da leggere. Avrei apprezzato un’analisi più approfondita della storia di Cal, del suo legame con il trono, ma forse, trattandosi del primo capitolo di una trilogia, queste informazioni giungeranno in seguito. In definitiva una lettura consigliata per chi ama il fantasy e le storie d’amore.

Valutazione:

5

Intervista all’autrice

 

 

Ciao Maddalena, benvenuta.

  • Rompiamo subito il ghiaccio: trovi difficile dividerti tra la vita “reale” di donna di casa e madre e quella “parallela” di scrittrice?

Ciao, allora ti rispondo subito senza preamboli! Non ho grossi problemi a dividermi tra la vita reale, in cui devo badare a casa e figli, e quella di scrittrice, a parte quando sono così persa nella mia “realtà parallela” da dimenticare che quelli che volano sul pavimento sono batuffoli di polvere, non covoni di paglia del far west!

  • La passione per la lettura e quella per la scrittura sono sempre andate di pari passo oppure no? Ricordi il momento in cui per la prima volta ti sei seduta a scrivere un romanzo?

La mia passione per lettura e scrittura (indovina un po’ il genere? Fantasy) risale a quando andavo alle medie. Intorno agli undici anni ho letto circa quattro volte “Il mondo perduto” di A.C. Doyle, esercitava su di me un fascino irresistibile. Un’altra volta, invece, svolsi un compito per casa in cui bisognava scrivere una conclusione per un brano del libro di testo, tratto da un romanzo fantascientifico. Quando lo lessi a voce alta in classe, tutti, compresa la maestra, strabuzzarono gli occhi e i miei genitori furono contattati perché, secondo la maestra, non era possibile che lo avessi scritto io, a quell’età… infine, a sedici anni ho cominciato a pubblicare fanfiction su internet (e, no, non dirò mai sotto che pseudonimo, porterò il segreto nella tomba!), ma l’usare personaggi altrui ha cominciato ad annoiarmi, sono passata ai romanzi ed eccomi qui!

  • Condivido il tuo interesse per la psicologia, avendola studiata durante il corso di laurea. Quando avrai occasione di approfondirne lo studio, pensi di utilizzarla come “arma” per scrivere romanzi di maggior spessore psicologico?

In realtà la uso già come “arma”, in quanto ne ho fatto largo uso sia in Forgotten Times che ne Le Cronache di Ériu, anche se in quest’ultimo, essendo una trilogia, la parte psicologica sarà maggiormente delineata nel secondo e nel terzo volume. Io ho il “brutto vizio” di assegnare sempre una patologia, più o meno grave, ai miei personaggi. Purtroppo, non avendo potuto terminare gli studi, posso basarmi solo sulla mia sensibilità e sulla passione per la materia.

  • Raccontaci qualcosa di Forgotten Times.

Forgotten Times è il mio primo romanzo ed è il titolo della serie di due volumi di cui fa parte La Redenzione dei Dannati. In linea generale narra di come le vicende legate a un dampiro abbiano portato all’estinzione dei vampiri durante la fine del medioevo, basandosi sulle leggende che indicano Caino come progenitore della razza. Tutto comincia con la semplice ricerca del potere da parte del dampiro: il potere ancestrale di uno spirito diviso in quattro parti, il cui ricongiungimento potrebbe sovvertire l’ordine del mondo dei vampiri; una leggenda che nasconde molto più di quello che il dampiro potrebbe mai immaginare e che ha a che fare proprio con il suo oscuro passato. In realtà in Forgotten Times c’è di tutto: psicologia, storia, religione, misteri, vendetta, tragedie familiari… e la redenzione, duramente conquistata grazie all’amicizia e un amore sofferto.

  • Parliamo adesso di Le cronache di Ériu. L’idea o forse meglio dire la teoria che sta alla base, ossia la possibilità che ogni scrittore in realtà si affacci in altri mondi, è originale e mi ha da subito attirata, forse perché scrivo anch’io. Da dove è scaturita?

Quale scrittore non ha mai sognato di incontrare i propri personaggi? (Diciamocelo sinceramente: soprattutto quelli di sesso opposto!) Chi di noi non ha mai segretamente sperato che i propri personaggi vivessero in una realtà parallela? Nella nostra mente sono così vivi, reali, a volte sono persino loro stessi a decidere cosa faranno, sfuggendo al nostro controllo. Se “penso dunque sono” è un concetto valido, allora non c’è da escludere che i nostri personaggi possano vivere davvero, chissà dove, e magari noi siamo i loro creatori, che hanno infuso in loro quel pensiero, dandogli vita… oppure siamo semplicemente in grado di “vedere oltre” e sbirciare attraverso il velo tra le dimensioni, in cui loro vivono davvero. Le Cronache di Ériu nasce da queste riflessioni, piccoli deliri di una scrittrice speranzosa. Scherzi a parte, non è un concetto in cui la mia parte razionale crede davvero, ma è qualcosa in cui mi piace sperare!

  • Il carattere passionale e infervorato di Sara prende ispirazione dal tuo?

La prima cosa che la mia migliore amica ha detto dopo aver letto la primissima bozza che scrissi circa tre anni fa, fu: «Ho capito che Sara sei tu». Ora ti rispondo quello che risposi a lei tre anni fa: «No, Sara non sono io, anche se ho usato il mio carattere come base per crearla». In realtà, Sara è l’esagerazione del mio carattere, soprattutto del lato negativo: non si sa controllare e spesso risulta una gran scassa… ehm, come dicevo, spesso è lunatica fino all’esasperazione, violenta e irascibile, sospettosa, distratta e paranoica, come in fondo lo sono anch’io, solo che mi so controllare… quasi sempre.

Proprio il giorno dell’uscita del romanzo, mio padre ha cominciato a leggerlo ed è scoppiato a ridere quando ha capito che alcune delle vicende narrate erano autobiografiche, in questo caso quando ha letto questa frase: “Mio padre diceva sempre, non a torto, che le mie urla erano in grado di sfondare i timpani, perché generavano più decibel di un martello pneumatico.” Qua e là, quindi, ho inserito cose che riguardano me personalmente, in chiave prettamente auto-ironica, nella speranza che il lettore le trovasse divertenti.

  • Ho trovato fantastica la parte in cui Cal conosce progressivamente il nuovo mondo in cui si ritrova, il nostro mondo. L’approccio di un uomo come lui, appartenente a un passato molto diverso dalla nostra epoca anche in senso morale, con le novità e le disinibizioni, è pienamente riuscito e getta luce sul modo di vivere attuale. Condividi la visione un po’ aspra di Cal? Se sì, perché?

Io condivido appieno la visione del mondo moderno di Cal, in quanto morale, valori fondamentali e pudore sono andati quasi completamente persi insieme al lavaggio del cervello che quotidianamente ci propinano i mass media. Io non penso che sia una visione aspra, più che altro una visione realistica di qualcosa che la gente, oggi, considera normale, spacciandola per modernità e progresso, quando, a pensarci bene, si tratta di regressione a uno stadio prettamente animalesco. Chiamatemi pure bigotta e moralista, ma sono una madre e tremo al pensiero di quello che impareranno i miei figli dal mondo moderno.

  • Accennaci qualcosa sul seguito.

Accennare qualcosa sul seguito… è un’impresa, senza fare spoiler! Il secondo e il terzo volume si basano sul cliffhanger finale, quindi quello che dirò adesso sarà probabilmente comprensibile solo dopo aver letto il romanzo: sono passati alcuni mesi dalla conclusione del primo volume, e Sara e Cal si stanno impegnando a vivere appieno la loro vita nel mondo moderno. Insieme sono felici e Sara finalmente ha deciso di accettare la proposta di matrimonio di Cal, ma c’è ancora qualcosa che la preoccupa e si fa ogni giorno più pressante: non gli ha detto nulla della sua visione e il senso di colpa è sempre più insostenibile. Cal non prenderà affatto bene la notizia, e per la rabbia la lascerà e tornerà a Ériu, per scoprire la verità, proprio come Sara temeva… questo è, bene o male, ciò che scriverò nella sinossi del secondo volume e che accadrà nei primi capitoli.

Grazie per la disponibilità, bella chiacchierata.

Vi lascio con il booktrailer dell’altro romanzo di Maddalena Cioce, Forgotten Times.

Corner’s Church di Matteo Zapparelli

Cari followers, oggi sono lieta di recensire per voi un libro di genere diverso da quelli che leggo di solito ma che mi ha particolarmente interessata, dunque un plauso all’autore!

CORNER’S CHURCH

Matteo Zapparelli

 

Editore: Narcissus Self Publishing

Anno: 2012

Genere: Thriller

Formato: eBook

ISBN: 9788867553938

Prezzo: € 2.49

 Cover

Trama

 

Alex Snyder, detto il Biondo, è un agente federale la cui unica ossessione è quella di trovare e ammazzare con le proprie mani un pericoloso serial killer, soprannominato Serpe, che ha ucciso il suo più caro amico e collega Bob. Il Biondo è un uomo malato, al quale un grave tumore al cervello ha concesso al massimo un paio d’anni. La sua vita non ha più alcun valore. Pur di trovare Serpe è disposto a tutto, scendendo a qualsiasi compromesso. Seguendo le tracce dell’assassino il Biondo giunge a Corner’s Church, una minuscola cittadina del Colorado, dove stringe un patto con il vicesceriffo Benson, un uomo arrivista e svogliato, il cui unico interesse è concludere la carriera in bellezza. Tenendo nascosto il caso all’FBI, Benson spera di prendersi tutti i meriti, lasciando al Biondo la sua personale vendetta. È un gioco perverso, quello di Serpe, ma è un gioco nel quale solo il Biondo è protagonista…

Booktrailer

 

Estratto

 

Per leggere un estratto, cliccate qui.

L’autore

 

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Matteo Zapparelli è nato e cresciuto a Verona, meravigliosa città racchiusa tra le acque azzurre del Lago di Garda e la verdeggiante pianura padana. Città che, nonostante si aggiri per le sue vie da oltre trent’anni, non smette mai di stupirlo e di incantarlo.
Accanito lettore fin da giovanissimo e appassionato di letteratura americana, apprezza scrittori e generi letterari tra loro diversissimi. Scrive fin da ragazzino: suoi racconti e poesie sono stati pubblicati su riviste, in antologie, e alcuni sono stati finalisti di premi letterari.
Laureato in architettura al Politecnico di Milano, da diversi anni collabora con singoli autori e case editrici in qualità di editor freelance, e nel 2011 ha dato vita a BooksDreamer Literary Agency, agenzia letteraria e service editoriale.
Ama gli animali, i boschi, le lunghe camminate all’aria aperta, la notte, i Coldplay e i Muse, i film dell’orrore, i romanzi di Preston&Child, e ha un debole per il tiramisù.
Nel 2012 ha pubblicato Corner’s Church, un thriller dalle tinte fosche ambientato nell’America dei giorni nostri, disponibile esclusivamente in formato eBook.
In autunno 2013 uscirà nelle librerie il primo volume della Wolf Lineage Saga, intitolato Rebirth.

Visitate il sito ufficiale, qui.

La mia opinione

 

Premetto che non sono un’amante del thriller. Tuttavia questo libro possiede una marcia in più, quel qualcosa che cattura e trascina quando ci si accosta alle pagine, tanto che l’ho letto tutto d’un fiato. La trama come avete letto sopra si presenta già intrigante, e lo diventa ancor di più quando si conosce meglio il Biondo, l’agente federale protagonista. Perché Alex non è il solito super eroe dell’FBI: è malato, in senso fisico, e ha l’ossessione di trovare e uccidere il criminale responsabile della morte del suo migliore amico – nonché collega – Bob.

La struttura della trama si dispiega in una linea fluida non priva di suspense e colpi di scena che aumentano in crescendo fino al culmine di un finale davvero a sorpresa, epico. I personaggi principali sono pochi e ben delineati, l’ambientazione è ben descritta e il tutto conferisce al romanzo una vivida realisticità.

Lo stile è pulito e piacevole da leggere. Nella storia non manca nulla: amicizia, amore, coraggio, avventatezza, follia della mente umana, particolari macabri che suscitano più di una palpitazione.

Ho apprezzato molto l’abilità di descrivere gli ambienti in modo decadente, il che non rende necessario l’utilizzo di altri stratagemmi a riguardo e contribuisce a creare l’atmosfera perfetta per una storia del genere. I personaggi meglio descritti secondo me sono il Biondo e il vicesceriffo Benson: i gesti, le parole, i pensieri – particolare questo che ho davvero “gustato” – li rendono reali, vivi davanti agli occhi del lettore.

Un libro che non ha nulla da invidiare ai titoli che campeggiano sugli scaffali delle librerie ma che anzi può donare più emozioni. Da non perdere per gli appassionati del genere.

Valutazione:

4

 Links acquisto:

Speciale Casa Rossa

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Come avete notato, di tanto in tanto posto qualche estratto da Tregua nell’ambra. Oggi ho deciso di pubblicare uno speciale sulla Casa Rossa di Alberobello, accostando ai brevi estratti le foto del campo di lavoro.

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Alcune detenute, una delle quali era particolarmente garrula, erano state trasferite in una stanza al piano superiore. Ne ignoravo la ragione, tuttavia esse parevano non aver perso la voglia di vivere. Durante il lavoro le avevo viste alle volte nascondere nelle mutande o negli scarponcini rimasugli di stoffa, scarti di fili. Anna riteneva che volessero in qualche modo fabbricare una corda per calarsi dalle finestre del piano superiore e tentare la fuga. E forse pregressi tentativi di evasione erano la ragione per la quale erano state spostate.

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Una giovane ebrea, Dileha, era innamorata di un internato polacco, Victor. A Victor, forse per proprio tornaconto, il commissario permetteva spesso di dedicarsi al suo mestiere originario: dipingere. Aveva il permesso di recarsi nella cappella deserta del campo e affrescarla con immagini sacre, utilizzando tuttavia strumenti indigenti. E così Victor dava vita a santi vestiti d’oro tra le ostili mura della casa rossa. Era persino riuscito a fabbricare un imponente lampadario di legno con i resti delle cassette per la verdura. Tutto ciò era sufficiente a suscitare l’ammirazione della bella Dileha e di molte altre donne.

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Udii una voce alle mie spalle prima di essere violentemente colpita nelle costole con il calcio di una mitragliatrice. Mi accasciai sul corpo esanime della mia amica e non ebbi il tempo di riprendere fiato che qualcuno mi sollevò dalle braccia, tenendomele ben ferme dietro la schiena.

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Il sergente Scialpi si fermò davanti a una modesta ala dell’edificio, anch’essa vermiglia e dall’aspetto per nulla rassicurante. Tre basse arcate contenevano altrettante porte.

Chi non ha ancora scaricato Tregua nell’ambra può farlo gratis qui.

“Tutto quello che devi sapere per pubblicare (e vendere) il tuo e-book” di Alberto Forni

Cari followers, come sapete l’attenzione mia e di questo blog si sta spostando sempre più verso le pubblicazioni degli autori “sconosciuti”. Spesso questi autori, demoralizzati dalle politiche dell’editoria tradizionale, si affidano a forme di pubblicazione nuove, alternative, come il self-publishing e la distribuzione digitale. Internet è senz’altro un potente mezzo di comunicazione e divulgazione, tuttavia bisogna anche “imparare” come usarlo, come ottimizzare le sue risorse per raggiungere i propri obiettivi. A questo proposito oggi vi presento la guida Tutto quello che devi sapere per pubblicare (e vendere) il tuo e-book scritta da Alberto Forni, scrittore e giornalista.

Tutto quello che devi sapere (White-Low)

I contenuti

Che cos’è il self-publishing? È solo un campo giochi per scrittori incompresi o l’ultimo passo di una rivoluzione dell’editoria iniziata vent’anni fa con il desktop publishing? 
Oggi, chiunque può pubblicare un e-book e andare alla ricerca di potenziali lettori. E per quanto il successo non sia alla portata di tutti, le potenzialità rimangono. 
Questa guida affronta molti degli aspetti legati all’autopubblicazione, a partire dalla realizzazione tecnica di un libro elettronico fino alla sua promozione. Perché se a uno scrittore tradizionale è richiesto solo di saper scrivere (o al limite, in qualche occasione, di saper anche parlare di ciò che scrive), uno scrittore “indipendente” deve essere in grado di correggere e formattare il proprio testo, creare una copertina, scegliere il “giusto” prezzo da applicare al libro o i canali attraverso cui distribuirlo, deve conoscere bene il funzionamento degli store digitali e magari avere anche qualche nozione di base sui principali aspetti fiscali o i meccanismi dei motori di ricerca. Senza contare l’impegno richiesto per la promozione, che rischia di diventare un’attività parallela. 
Insomma, diventare editori di se stessi può anche sembrare un’idea entusiasmante, ma richiede senza dubbio molta applicazione. La strada del self-publishing può essere ricca di soddisfazioni, ma è necessario comprendere a fondo i meccanismi di un ecosistema che si trova ancora in una fase pionieristica e le cui regole vengono ridefinite di continuo. Chi pensa che basti rendere disponibile il proprio e-book su qualche sito per venderne migliaia di copie, non si comporta diversamente da chi invia un dattiloscritto a un editore e si aspetta che a stretto giro di posta gli arrivi un contratto di pubblicazione. 
È vero, come insegnano le storie di successo degli autori self-published d’oltreoceano, che la ricetta è molto semplice: basta scrivere un buon libro e saperlo promuovere. Ma come ogni buon cuoco sa, a volte sono proprio le ricette più semplici a rivelarsi le più difficili.

Alcuni degli argomenti trattati:

    • La formattazione del testo
    • Indice del libro e indice di navigazione
    • Creare una copertina
    • Scegliere il “giusto” prezzo
    • DRM e diritto d’autore
    • Come ottenere un codice ISBN
    • Presentare al meglio il proprio libro
    • Conoscere Amazon: il programma KDP Select, le recensioni, il codice segreto della formattazione
    • Smashwords e altri store digitali
    • Aspetti fiscali nazionali e internazionali
    • Print on demand
    • Promuovere un libro nell’era digitale
    • Storie di successo

L’autore

Alberto Forni è nato a Bologna di venerdì 17 ma non è scaramantico. Per Stampa Alternativa ha curato il millelire Scrittrice precoce a pochi mesi scriveva il suo nome e il volume Mondo Hacker 1.0. Ha pubblicato la raccolta di racconti Avanti Veloce – Cronache da un mondo pop (Fernandel, Baldini&Castoldi). È stato uno degli autori della trasmissione radiofonica Dispenser di Radio 2 e di quella televisiva Viva la crisi di Rai 3. Scrive su Wired, T3 e Flair. È autore di Fascetta Nera, il blog dedicato alle fascette dei libri, una selezione delle quali viene anche ospitata settimanalmente dalla rivista online di letteratura Satisfiction e del sito iltuoebook.it che si occupa di editoria digitale e self-publishing.

Facciamo quattro chiacchiere direttamente con lui.

  • Ciao Alberto, benvenuto. Dalla tua ricca biografia notiamo come tu sia da tempo nel campo dell’editoria. È lecito e assolutamente appropriato sentirsi rasserenati dal fatto che la tua guida Tutto quello che devi sapere per pubblicare (e vendere) il tuo e-book si basa sulle solide fondamenta dell’esperienza. Rompiamo il ghiaccio e facciamoci un po’ i fatti tuoi: vuoi raccontarci un aneddoto particolare della tua carriera o l’esperienza che più ti ha segnato, insegnato, cambiato o fatto arrabbiare?

Grazie a te per ospitarmi (lo scambio di convenevoli, come inizio, non è male: manca solo il tè con i pasticcini). Ovviamente come per tutti (come per tutti quelli “vecchi” intendo), ci sono molte esperienze che nel corso del tempo si rivelano importanti o comunque formative. Di sicuro non posso dimenticare le prime cose che ho fatto in ambito editoriale. Ad esempio collaborare con Stampa Alternativa e con il suo editore, Marcello Baraghini, dopo che per tutta l’adolescenza i suoi libri erano stati un punto di riferimento era qualcosa capace di darmi le vertigini. Poi sono molto orgoglioso di essere stato per dieci anni fra gli autori del programma radiofonico di Radio 2, Dispenser. È stata una cosa davvero molto importante per me, che è andata al di là del semplice aspetto professionale, perché è stata in grado di gettare una luce diversa su tutto quello che avevo fatto prima, è riuscita a dargli un senso molto concreto.

  • Parliamo adesso dei tuoi scritti. A parte Tutto quello che devi sapere per pubblicare (e vendere) il tuo e-book hai pubblicato altri lavori dai titoli curiosi e mai scontati. Questo mi fa pensare che sei uno scrittore “giovane” dal punto di vista letterario, ironico ma anche profondamente riflessivo, caratteristiche che insieme danno una spinta in più. Accennaci qualcosa sulle tue opere: di cosa ti piace scrivere e come? Il modo in cui lo fai secondo te fa in modo che gli scritti vengano percepiti in maniera diversa dai lettori?

Io so scrivere. E non lo dico nel senso che sono capace di scrivere o sono bravo a scrivere, ma nel senso che io so fare quella cosa lì. Comunque la faccia, bene o male o così e così, io principalmente nella mia vita so fare quella cosa lì. Anche qualcos’altro, è vero, smanetto coi computer e sono bravo nei lavoretti manuali tipo quelli di casa, ma fondamentalmente so fare quello. E non è niente di speciale; è bello, a volte mi piace da impazzire, ma non è meglio né peggio di tante altre cose, e qualche volta tirare lo stucco perfettissimo e liscissimo sui muri mi ha dato tante soddisfazioni anche lui. Io, quindi, so scrivere. Ho scritto per la radio, tanto. Ho scritto per la televisione, poco. Ho scritto per i giornali, abbastanza. E ho scritto anche narrativa. Ma quello con la narrativa è un rapporto strano, neanche di odio e amore, ma proprio di una cosa che c’è sempre stata, anche quando non c’era ancora stata, e che a volte se ne va ma poi ritorna. Nel 1998 ho pubblicato il mio primo libro di narrativa, una raccolta di racconti, con un piccolo ma significativo editore di Ravenna: Fernandel. Nel 2001 la Baldini&Castoldi ha acquistato il libro e l’ha ripubblicato. Io, dal 2002 al 2012, non ho scritto una sola riga di narrativa. E non è un modo di dire per dire che ho scritto due racconti o uno. Non una riga. Non una. Non un “Gianni si alzò alle sette del mattino”. Neanche quello. Facevo altro, mi bastava, non avevo niente da dire, comunque scrivevo, altro ma scrivevo. Poi nel 2012 mi è ritornata la voglia di scrivere narrativa. Perché dovevo sfidarmi, perché volevo vedere a che punto stavo, perché sentivo la necessità di raccontare una storia che avevo in testa da anni, perché volevo potermi dire che alla fine quel romanzo che da anni, decenni ormai, mi dicevo che avrei scritto, alla fine, quel romanzo, l’avevo scritto. L’ho chiamato Seguirà buffet e dopo un paio di rifiuti editoriali e qualche silenzio ho deciso di pubblicarmelo da solo. Non ho più cuore per la questua, mischiarmi non m’interessa, o non ne ho voglia, o comunque non ne sono capace. E in ogni caso non cambia niente. A questo punto non cambia davvero. Io quello so fare. Io so scrivere. Dopo vediamo.

  • Il tuo blog non è uno dei soliti blog. L’inserimento delle “fascette” è assolutamente originale e, quando ti ci metti, persino irriverente. Ma ben sappiamo che un po’ di sana “sfida” può solo far bene. Come ti è venuta l’idea delle fascette? Cosa c’è dietro questa scelta? Quale messaggio?

L’idea è nata circa un anno fa in maniera estemporanea di fronte all’ennesima “sparata” in copertina. Ho deciso quindi di mettere in piedi un blog giocando un po’ sull’effetto “accumulazione”. Il nome, Fascetta Nera, ha fatto storcere la bocca a più di una persona ma ovviamente l’aspetto politico non c’entra niente, è solo un gioco di parole, è la prima idea che mi è venuta in mente. Il blog ha avuto subito un certo successo, tanto che diversi quotidiani, da Repubblica a Il Giornale, ne hanno parlato. Oltre alle fascette, il blog si occupa anche di marketing editoriale, sempre con un occhio cinico però, perché essendo io persona precisa e puntigliosa e il mondo dell’editoria pieno di cialtronate, le due cose, come puoi ben immaginare, finiscono per scontrarsi.

  • Cosa puoi dirci del sito iltuoebook.it che hai lanciato da poco? È un luogo virtuale dove condividere i propri libri in versione digitale, dove scrivere recensioni, chiedere consigli oppure ha le funzioni di un editore digitale?

Il sito, il cui motto è “Idee per scrittori indipendenti”, aspira a diventare un punto di riferimento per gli autori self-published e offre una serie di servizi e strumenti che al momento mi sembra che manchino, almeno in Italia. C’è un blog dedicato a tutto quello che riguarda il self-publishing e l’editoria digitale, dove traduco soprattutto articoli e interviste straniere; una sezione dedicata agli e-book gratuiti nella quale gli autori possono segnalare le loro promozioni; una sezione chiamata Incipit con alcuni consigli per neofiti e una parte, diciamo così, “commerciale” nella quale offro servizi tecnici come correzione di bozze, creazione di e-book, realizzazione di copertine e via dicendo. In generale però non mi interessa fare l’editore digitale, giudicare qualità e commerciabilità dei testi altrui, perché mi sembra che la grande lezione del self-publishing sia proprio quella che alla fine è il mercato, cioè i lettori, il vero giudice. Io sono da sempre un sostenitore dell’autoproduzione, fin dai primi anni Novanta quando sull’onda del desktop publishing acquistai un computer, uno scanner e una stampante laser per farmi una rivistina musicale in casa. Adesso, il fatto che uno il proprio prodotto lo possa non solo realizzare, ma anche distribuire e vendere mi sembra un fatto straordinario, una rivoluzione epocale. Il livello delle autoproduzioni deve però crescere. Ti faccio un esempio personale: anche io ho provato a realizzare da solo le copertine degli e-book (alcune novità e alcune ristampe) che ho pubblicato di recente su Amazon. Eppure, nonostante non partissi proprio da zero, quello che è venuto fuori era chiaramente dilettantesco. Magari non un disastro, ma comunque una cosa che si capisce che ti sei messo lì con Photoshop e hai fatto due scritte su una foto. Alla fine mi sono rivolto a un professionista (che ho poi coinvolto nel progetto del sito) e mi sembra che i risultati siano piuttosto apprezzabili. Giudicate voi cliccando qui.

  • Veniamo ora alla tua guida Tutto quello che devi sapere per pubblicare (e vendere) il tuo e-book. Essendomi anch’io avventurata nella pubblicazione e distribuzione di un libro in formato digitale, l’argomento mi incuriosisce particolarmente. Lo stesso vale inoltre per centinaia di scrittori che amano ora definirsi self-publishers. Sappiamo però che non è tutto oro quello che luccica: il web ha aperto a tutti le porte della pubblicazione, ma bisogna tenere gli occhi aperti e diventare oltre che autori anche editori di se stessi, grafici e promotori. Certamente compiti non facili, soprattutto per i “profani”. Nel tuo libro affronti tutti gli aspetti dell’autopubblicazione. Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro? L’altruismo – in senso lato -, nel tentativo di consigliare e aiutare coloro che dovrebbero essere il futuro della letteratura? O forse ragioni più personali, basate magari su esperienze pregresse positive o meno? Quali sono le tue fonti per le caratteristiche che non dipendono dal singolo, quali gli aspetti fiscali?

Mi sono avvicinato al self-publishing più o meno un anno fa.  Curiosamente però non ho pensato di pubblicare (o ripubblicare) qualche mio testo di narrativa. Non so il motivo, un po’ ho pensato che non gliene fregasse niente a nessuno (il che è probabilmente vero), un po’ che il mercato italiano non fosse ancora maturo (cosa, anche questa, vera). Ho deciso invece di confrontarmi direttamente col mercato anglosassone e ho pubblicato in inglese un libro di aforismi e uno di ricette di pasta. I libri sono andati benino, ho venduto delle copie, ho avuto qualche soddisfazione – anche qualche frustrazione a essere sinceri – ma soprattutto ho avuto modo di confrontarmi con quella realtà, di farmi promozione su quel mercato, di affrontare una serie di aspetti pratici come ad esempio quello della fiscalità e del problema della doppia tassazione per i redditi che provengono dagli Stati Uniti. In più mi sono documentato leggendo diversi manuali sull’argomento, alcuni dei quali fatti molto bene. Alla fine mi sono reso conto che in Italia, una guida del genere, ancora non esisteva. Così ho deciso di farla io. Mi sembrava un progetto interessante, in cui impegnarmi per qualche tempo. Adesso, ovviamente, spero che possa essere utile a tutti quelli che si avvicinano a questa realtà, che possa aiutarli a capire quali sono i passi da fare, le cose da evitare. Io credo di aver fatto un buon lavoro, ma sono i lettori a dover giudicare. Posso solo dire che credo così tanto in questa guida, che se qualcuno dovesse rimanere insoddisfatto sono disposto a restituirgli quello che ha speso. Oppure a offrirgli una pizza. Più di così…

  • Se dovessi pubblicare un romanzo in e-book nell’odierno panorama italiano – indipendentemente dalle tue preferenze personali e stilistiche – quale genere sceglieresti? Quale secondo te potrebbe avere successo? Di quale invece – di contro, forse – avrebbe bisogno la letteratura?

Mi spiace molto di non essere portato per la narrativa di genere, più di una volta ho pensato di fare qualche tentativo ma alla fine non credo davvero di essere in grado. Mi spiace perché l’unica narrativa che ha successo nel mondo del self-publishing è ovviamente quella di genere. Quindi thriller, gialli, fantasy, tantissimo romance, adesso anche erotica (che però è molto osteggiato sul puritano mercato statunitense, al punto che molti siti si rifiutano di segnalare libri di quel genere), un po’ di fantascienza, insomma i genere letterari classici. Personalmente mi piacerebbe scrivere una storia ambientata in un futuro distopico, non è particolarmente originale ma niente sulla carta lo è, l’originalità alla fine bisogna mettercela in proprio. Se invece dovessi puntare su un genere punterei sul romance, le donne sono grandi lettrici e le storie d’amore funzionano sempre e sempre si possono reinventare. Per fare un paragone mi viene in mente un film come Il lato positivo-Silver Linings Playbook, che da un certo punto di vista non ha niente di particolarmente nuovo ma alla fine, per merito della qualità: della recitazione, dei dialoghi, di tutto, si rivela un ottimo film. Penso che la letteratura di genere sia un po’ la stessa cosa: la storia è importante, ma è la qualità della scrittura a fare la differenza.

  • Secondo te, al giorno d’oggi, le politiche editoriali seguono logiche dettate solo dal denaro? O esistono editori medio-grandi che perseguono ancora il fine più nobile dell’editoria ossia diffondere la letteratura autentica?

Penso che la stragrande maggioranza delle persone che lavora nell’editoria ami i libri e la lettura e speri sempre di riuscire a estrarre dalla pila dei manoscritti un testo sorprendente. Però l’industria editoriale è l’industria editoriale. Ed è un’industria che va sempre peggio e ha davanti anni molto difficili. Alla fine, purtroppo, il suo fine è fare profitti e non difendere la letteratura. Mi sembra che le case editrici siano arrivate a un punto in cui, per ragioni economiche, fanno sempre più fatica persino a difendere quegli autori in cui credono e che purtroppo non ottengono grossi riscontri commerciali. Certo, per uno scrittore poi c’è l’indotto – almeno finché continuerà a esserci – i pezzi sui giornali, le collaborazione, i gettoni di presenza, le consulenze, i corsi di scrittura; in fondo la cosa positiva è che pubblicare un libro in maniera tradizionale dà ancora una certa visibilità, altrimenti visto che siamo arrivati al punto in cui vendere 5000 copie è considerato un successo, e la normalità è 1000 o forse meno, mi dici coi diritti di 1000 copie (ma anche di 5000) cosa ci fai? Non ti guadagni neanche il tempo materiale di scrivere un altro libro. Non voglio fare l’uccello del malaugurio ma credo che andando avanti così nel giro di qualche anno sopravvivrà solo la letteratura di genere, cioè il concetto di libro come passatempo, come entertainment, e forse bisognerà pure ritenersi fortunati. Ho paura che l’attività di scrittore, diciamo così, “generalista”, stia diventando sempre più un patrimonio di chi può permetterselo economicamente, o comunque svolge un altro lavoro per mantenersi, ed è un peccato perché col tempo potrebbero venire a mancare gli scrittori che raccontano la società. Ma forse la gente non vuole più farsi raccontare la società dagli scrittori, la vuole desumere per impressioni fugaci e a largo raggio da Facebook o da Twitter o da Call of Duty, e non dico questo in senso spregiativo o snob, mi limito a sottolineare un dato di fatto. Poi anche gli scrittori e l’industria editoriale hanno la loro parte di colpa, ma quello è un altro discorso.

  • Uno o più consigli che senti di dare ai giovani scrittori che si affidano al self-publishing.

Sinceramente non mi sento nella posizione di dare consigli. Dico solo di non pensare che la strada del self-publishing sia più semplice di quella tradizionale. E di offrire libri che non solo abbiano storie interessanti ma siano anche scritti e presentati in maniera impeccabile. Per quanto mi riguarda non vedo l’ora di conoscere il primo scrittore italiano autopubblicato che venderà 10mila copie. Andrò a stringergli la mano. Andrò a chiederli a lui, i consigli.

Grazie Alberto per essere stato con noi.

Vi lascio i links utili augurandovi, se scrittori alle prime armi, di fare le scelte giuste e raggiungere i vostri obiettivi.

Recensione di Tregua nell’ambra dal blog “Le librerie invisibili”

Il blog “Le librerie invisibili” ha recensito “Tregua nell’ambra”.

Quando scrive, lo scrittore spera che il lettore colga ciò che egli ha voluto intendere, comunicare.

Quando ho letto il titolo del post della recensione del libro, ho provato un’emozione particolare. Oltre alla soddisfazione, anche empatia, gratitudine. Perché? Perché il titolo del post è “La guerra, l’amore, la libertà”. Tre parole che riassumono esattamente ciò che mi ero prefissa di trasmettere. Almeno ci ho provato. E forse “Tregua nell’ambra” un qualche messaggio è riuscita a lanciare.

Uno stralcio della recensione:

Leggetelo, per ricordarvi di come si vive in quei luoghi in cui oggi c’è la guerra, per rivolgere un pensiero a tutti coloro che vivono sotto una dittatura, per tutti coloro che non sono liberi e in pace.

Cliccate qui sotto per leggere l’intera recensione. Grazie alla blogger che l’ha scritta. Di cuore.

La guerra, l’amore, la libertà.

“Questa è la storia del ricordo, del cambiamento, della vita che va avanti e con una mano prende, ma con l’altra da.” Recensione di Francesca Rossi.

E va bene, sarà che sto diventando sempre più sentimentale? Ma proprio non sono riuscita a impedire agli occhi di velarsi di lacrime leggendo questa recensione di “Tregua nell’ambra”. Grazie di cuore.

Questa è la storia del ricordo, del cambiamento, della vita che va avanti e con una mano prende, ma con l’altra da.

La recensione di Francesca Rossi dal blog “Divine Ribelli”: http://www.divineribelli.blogspot.it/2013/04/recensione-di-tregua-nellambra-di.html

 

Una recensione che va al di là della trama, un inno allo spirito delle donne

In questi giorni sempre più lettori mi stanno allietando con le loro recensioni su “Tregua nell’ambra”. Il che mi riempie il cuore e mi ripaga del tempo trascorso a scrivere, ancor meglio di quanto avrebbe potuto fare il denaro.

Nella recensione che vi segnalo oggi, la lettrice ha apprezzato il romanzo ma soprattutto ha guardato con attenzione al di là della trama, cogliendo l’essenza della protagonista e sublimandola all’animo combattivo che vive in ogni donna.

Non posso che ringraziare di cuore per tutto questo e condividerlo con tutti voi.

Leggete la recensione qui:

http://www.sognandotralerighe.blogspot.it/2013/04/tregua-nell-ambra-ilaria-goffredo.html

“Tregua nell’ambra meriterebbe di essere pubblicato da una grande casa editrice.” Dol’s Magazine.

Tregua nell’ambra meriterebbe di essere pubblicato da una grande casa editrice e diffuso prima di tutto nelle scuole superiori di ogni ordine e grado per far conoscere ai nostri studenti cosa sia stato, davvero, il fascismo in Italia e cosa sia successo dopo l’8 settembre del 1943 tra la gente comune, nei piccoli paesi.

Recensione di Daniela Domenici su Dol’s Magazinehttp://www.dols.it/2013/03/09/tregua-nell-ambra/

E tu l’hai letto? È GRATIS qui: http://treguanellambra.blogspot.it/

26 Marzo: GRATIS “Più forte del mondo” di Luca Mastinu

26 Marzo //

Solo oggi (26 Marzo 2013) e fino a mezzanotte Più forte del mondo è disponibile gratuitamente su Amazon. Potete scaricare dunque il formato Kindle a costo zero.
A seguire il link:
http://www.amazon.it/Pi%C3%B9-Forte-del-Mondo-ebook/dp/B00B51YGWG/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1364288755&sr=8-1

Articolo originale: 26 Marzo // “Più forte del mondo” GRATIS fino a mezzanotte.

D.FLIES di Diletta Fabiani

In questo post voglio presentarvi un libro in download gratuito. No, non si tratta di “Tregua nell’ambra” – di cui spero abbiate già la vostra bella copia nell’hard disk – ma di “d.flies” di Diletta Fabiani.

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L’autrice

Diletta Fabiani è nata a Matelica (MC). Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche, attualmente residente a Bologna. Appassionata di scrittura, musica (soprattutto J-Rock e Visual Kei) e culture asiatiche. Ha vissuto in America, ma il suo vero amore rimane l’Asia, che ha già visitato e a cui spera di ritornare presto.

d.flies è il suo primo libro. Ha partecipato a diverse raccolte con poesie e racconti, come “Altri Mondi Possibili”, “Christmas Carols”, “Scriverefotografare”, “Lavoricidi”.

Trama di “d.flies”

Le cose non sono più state le stesse da quando June è morto. Il gruppo si è sciolto ed Airon si è ritirato nella sua casa in riva al mare, a condurre una vita fatta di giornate vuote e notti ripetitive. Finchè una sera non incontra in un locale Ken Taira, un giovane cantante che gira il mondo con la sua chitarra. Chi è? Perché assomiglia così tanto a June? E che cambiamenti può portare questo incontro nella vita di Airon?

Video di presentazione

Booktrailer (realizzato in virtuale con “The Movies”)

Le motivazioni dell’autrice

Non mi reputo una grande scrittrice, ma sicuramente per me scrivere è una passione e il mio obiettivo è migliorare sempre di più come artista. Non punto ad arricchirmi, piuttosto mi piacerebbe riuscire ad imparare ad emozionare le persone. Sicuramente una pubblicazione cartacea mi garantirebbe un pubblico più ampio, e ci ho provato, ma dopo ripetuti tentativi ed altrettanti rifiuti, la situazione era la stessa da cui ero partita: un romanzo che nessuno aveva letto, dal quale io come scrittrice non stavo traendo alcun insegnamento.
Ho quindi deciso di distribuirlo gratuitamente proprio nella speranza di riuscire ad emozionare qualcuno e di ricevere consigli, suggerimenti ed indicazioni su come diventare una scrittrice migliore, per emozionarvi ancora di più in futuro.

Non posso che consigliarvi di leggere il libro di questa giovane scrittrice. Ecco alcuni link da cui scaricare gratuitamente il romanzo:

http://dl.dropbox.com/u/37784472/d.flies-df.pdf

http://www.lulu.com/shop/diletta-fabiani/dflies/ebook/product-18882477.html

http://www.meetale.com/tale/d-flies/13208734844204/1004

http://starbooks.it/2012/01/23/dflies/

Buona lettura!