Letteratura e gastronomia

pizz

Stavolta parliamo sì di letteratura ma anche di gastronomia. Sebbene quest’ultima sia sempre stata presente in romanzi e racconti, ho osservato nell’ultimo periodo un incremento esponenziale dell’attenzione generale in questo senso. Sono sempre più i blog che ne parlano, analizzando gli elementi gastronomici nei libri e intervistando gli autori che hanno perlomeno sfiorato l’argomento culinario nei loro scritti.

Vista la grande varietà di sentimenti e situazioni che spesso troviamo descritti nei libri, sono convinta che le tradizioni culinarie siano allo stesso modo importanti. Forse la cosa è più valida per alcuni generi di romanzi e molto meno in altri.

Analizziamo quest’ultimo pensiero più da vicino. Uno dei generi di romanzi in cui secondo me è quasi “necessario” parlare di gastronomia è lo storico. Perché? Be’, perché in un romanzo storico, indipendentemente dalla trama, si parlerà certo di una società e un luogo specifico, nonché delle tradizioni e dei modi di vivere. Leggere di ciò che cucina il protagonista, senza ovviamente la freddezza di un manuale di cucina, non può far altro che aggiungere realismo alla storia. Per non parlare del valore “patriottico”, in special modo della nostra bella Italia e della sua rinomata dieta mediterranea. Diverso è il discorso per generi letterari quali ad esempio l’horror. Del resto poco potrebbe importare al lettore come il protagonista prepara un buon sughetto per la cena se il killer sta uscendo dall’armadio, no?

E voi cosa ne pensate? Vi piace trovare di tanto in tanto in una lettura una ricetta? Quale genere secondo voi non si sposa affatto con questo tipo di dettagli?

Nel frattempo vi lascio il link all’intervista “culinaria” su Tregua nell’ambra per scoprire quale piatto tipico vi consiglia la protagonistahttp://thelunchgirls.blogspot.de/2013/04/ilaria-goffredo-tregua-ambra-romanzo.html