Un’opera d’arte al mese #7 – Il carro da fieno

Salve amici,

eccoci al nuovo appuntamento della rubrica Un’opera d’arte al mese. Vista l’estate imminente ho scelto un quadro capace di catapultare l’osservatore nell’atmosfera verdeggiante di un paesaggio campagnolo.

Titolo del dipinto

Il carro da fieno

Artista

John Constable

Anno di realizzazione

1821

Dimensioni

130 x 185 cm

Tecnica

Olio su tela

Dove si trova

National Gallery, Londra, Inghilterra

Curiosità

Sebbene Il carro da fieno evochi una scena pastorale del Suffolk, in realtà fu creato nello studio londinese di Constable. L’artista realizzò una serie di schizzi all’aperto di alcuni elementi della scena, che poi utilizzò nel suo studio per realizzare il dipinto finale.

Il dipinto

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Il carro da fieno rappresenta una scena agreste di grande calma, in cui è raffigurato un carro agricolo che attraversa un fiumiciattolo vicino al mulino di Flatford, nell’Inghilterra rurale; sulla sinistra vediamo il cottage di Willy Lott, che apparteneva al padre di Constable e dove l’artista è cresciuto. Dall’altra parte del fiume, in lontananza, sulla destra, si può notare un gruppo di falciatori di fieno. L’autore fece degli studi scientifici sulla formazione delle nuvole, per poterle rappresentare al meglio, ben consapevole che esse potevano esprimere in maniera precisa lo stato d’animo di un paesaggio.

Qualche curiosità

  • Il cane, il pescatore e la barca raffigurati nel dipinto Il carro da fieno esistono come schizzi separtati e appaiono spesso nelle altre opere di Constable.
  • La rappresentazione del paesaggio straordinariamente fresca spinse lo scrittore francese Stendhal a definirla lo specchio della natura.

L’artista

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John Constable (East Bergholt, Suffolk 1776 – Londra 1837) fu un pittore britannico, maestro della pittura paesaggistica di stile romantico. Dal 1799 frequentò la Royal Academy di Londra, dove apprese a dipingere copiando opere di Jacob van Ruisdael, Claude Lorrain e altri maestri. Nel 1802 espose i primi quadri di paesaggi; in seguito, studiando autonomamente la pittura e la vita rurale inglese, elaborò uno stile inconfondibilmente personale.

Si staccò dalla tradizione pittorica dell’arte inglese e olandese e cercò effetti di luce più naturali e brillanti attraverso l’uso del colore a macchie. Era affascinato dai riflessi dell’acqua e dai colori delle nuvole, e su questi soggetti realizzò molti studi. La maggior parte delle sue opere ritrae i luoghi in cui amava dipingere all’aria aperta, anche se solitamente terminava le tele in studio.

In Inghilterra l’opera di Constable cominciò a essere apprezzata solo molti anni dopo la sua morte, mentre in Francia, dove il suo famoso Carro di fieno (1821, National Gallery, Londra) era stato esposto a Parigi nel 1824, era molto stimata, in particolare dal pittore romantico Eugène Delacroix, dai pittori della scuola di Barbizon, che seguendo il suo esempio cominciarono a dipingere all’aria aperta, e dagli impressionisti, che come lui cercavano di catturare gli effetti della luce e che furono indirettamente influenzati dai suoi schizzi ad acquerello.

Tra le opere di Constable vanno ricordate Costruzione di barche presso il mulino di Flatford (1814-15, Victoria and Albert Museum, Londra), Il cavallo bianco (1819, Frick Collection, New York), Campo di grano (1826) e La cattedrale di Salisbury vista dai prati (1831), entrambe alla National Gallery di Londra. Alcuni dipinti precedentemente attribuiti a Constable sono in realtà opera del figlio Lionel.

La corrente artistica

Romanticismo (arte)

Movimento europeo e statunitense che coinvolse il mondo artistico e culturale in un periodo che spazia, molto approssimativamente, tra il 1800 e il 1850.

Per quanto non possa essere identificato con un singolo stile, con una tecnica particolare o un atteggiamento univoco da parte dei suoi esponenti, si può dire che il romanticismo fu in generale caratterizzato da un approccio soggettivo al fatto artistico, dall’intento di esprimere attraverso l’opera emozioni e sentimenti, attingendo a una vivida immaginazione o a una dimensione onirica e visionaria. Tanto l’arte classica e neoclassica, che dominò i decenni precedenti, appariva improntata a equilibrio e sobrietà, compiuta e lineare nelle forme e nelle composizioni, tanto quella romantica privilegiò rappresentazioni fortemente suggestive, in cui venivano trasposte sensazioni intense e inquietudini spirituali o mistiche.

Nella difficoltà di trovare una definizione univoca ed esaustiva, molti critici e artisti misero in luce di volta in volta gli aspetti che consideravano maggiormente caratterizzanti: lo scrittore tedesco E.T.A. Hoffmann, ad esempio, affermò che la vera essenza del romanticismo non era che “brama d’infinito”. Nella scelta dei soggetti, gli artisti romantici mostrarono una profonda attrazione per la natura, soprattutto per i suoi aspetti selvaggi e misteriosi; e in generale si rivolsero a soggetti esotici, malinconici o melodrammatici, atti a evocare terrore o emozioni violente, coinvolgenti.

Intorno alla metà del XIX secolo, la pittura romantica sembrò progressivamente abbandonare il fervore che l’aveva caratterizzata ai suoi esordi. Tra i risultati migliori del tardo romanticismo sono da ricordare i pacati paesaggi della francese scuola di Barbizon, della quale facevano parte, tra gli altri, Camille Corot e Théodore Rousseau. In Inghilterra, dopo il 1850 i preraffaelliti ripresero gli esperimenti figurativi dei Nazareni tedeschi, insieme ai loro stessi presupposti ideali: intento comune era riportare l’arte religiosa alla purezza e spontaneità medievale.

Fonti: Encarta, Wikipedia, Capolavori della lettura

L’arte della guerra – Sun Tzu

Ciao a tutti e buon inizio di settimana. Questa volta voglio proporvi la lettura non di un romanzo, ma di un saggio.

 

L’ARTE DELLA GUERRA

Sun Tzu

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 Composto in Cina ben 500 anni prima della nascita di Cristo, questa “Arte della guerra” rappresenta il più antico trattato di strategia militare. Il suo contenuto ha influenzato ampiamente nei secoli la filosofia orientale, e oggi questo testo viene utilizzato nelle scuole di management in tutto il mondo. Perché Sun Tzu non si limita a dare precetti per sconfiggere i nemici sul campo di battaglia. Ma ci insegna a gestire i conflitti in modo profondo e non distruttivo, perché anche nella nostra vita quotidiana “la miglior battaglia è quella che vinciamo senza combattere”.

Recensione

 

E così sii,

veloce come il vento,

lento come una foresta,

assali e devasta come il fuoco,

sii immobile come una montagna,

misterioso come lo yin,

rapido come il tuono.

 

“L’arte della guerra” è un saggio d’arte bellica scritto centinaia d’anni orsono da un grande generale orientale di nome Sun Wu. Il testo si presenta in righe brevi e concise, chiare e dal ritmo serrato che non danno spazio a tentennamenti. Sono descritte strategie sulle modalità d’attacco del nemico in diverse situazioni morfologiche, nonché le qualità che dovrebbe avere un buon generale, la maniera migliore di interagire con i propri soldati. All’epoca lo scritto fu redatto come manuale di guerra – difatti troviamo anche considerazioni su carri e cavalli, cose che certo non si usano più in guerra al giorno d’oggi – ma la sua valenza non è solo bellica. Interpretato non letteralmente, il saggio può essere adattato a centinaia di situazioni della vita reale quali il rapporto con il partner o la gestione delle relazioni lavorative; può essere preso come esempio per elaborare ottime strategie di marketing e aiutare a districarsi abilmente dalle più disparate vicende. Troviamo nelle parole del generale orientale un qualcosa di trascendentale che eleva il testo a una dimensione filosofica. Per questa ragione si presta bene alla lettura da parte di ogni genere di lettori con massime valide in passato quanto nel presente. E non è escluso che ufficiali odierni lo utilizzino per chiarirsi le idee su una strategia d’attacco. Certamente se un testo è sopravvissuto così splendidamente per centinaia di anni un valore l’avrà. Vi invito a leggerlo per scoprirlo e chissà che non vi aiuti nelle piccole guerre quotidiane.

Valutazione:

4

Approfondimenti

Chi era Sun Tzu?

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Sun Tzu è stato un generale e filosofo cinese, vissuto probabilmente fra il VI e il V secolo a.C.. A lui si attribuisce uno dei più importanti trattati di strategia militare di tutti i tempi, L’arte della guerra.

Il suo nome di nascita era Sun Wu, ma era conosciuto al di fuori della sua famiglia anche col nome di cortesia Changqing. Sun Tzu ha avuto un significativo impatto sulla storia cinese e asiatica, sia come autore dell’Arte della Guerra che attraverso le leggende. Tra il XIX e XX secolo il libro di Sun Tzu è cresciuto in popolarità nel mondo occidentale e ha trovato utilizzo in vari ambiti nella cultura sia asiatica che occidentale.

Sunzi è un appellativo che significa Maestro Sun. Il nome Sunzi è un titolo onorifico attribuito all’autore Sun Wu. Nel nome Sun Wu, il carattere 武 (Wu) è lo stesso presente in 武术 (wǔshù), arti marziali.

Secondo gli Annali delle primavere e degli autunni, Sunzi nacque nello stato Qi, nella Cina settentrionale, mentre secondo lo Shi Ji il suo luogo di nascita è nello stato di Wu. Entrambe le fonti tuttavia concordano sul fatto che visse durante il tardo Periodo delle primavere e degli autunni, cioè tra il 722 e il 481 a.C.
Secondo la tradizione, apparteneva all’aristocrazia minore, che aveva perso i suoi domini come risultato del consolidamento degli stati egemoni durante il Periodo delle primavere e degli autunni. Passato alle dipendenze del re dello stato di Wu come consigliere militare, verso la fine del VI secolo a.C., lo aiutò a portare a termine la conquista dello stato di Chu. In seguito alla presunta partecipazione ad un complotto venne evirato e mandato in esilio, dove scrisse il suo saggio. Il luogo della sua morte resta sconosciuto.

L’attribuzione dell’Arte della guerra a Sunzi è stata contestata da molti studiosi. Nel 1972 furono scoperti alcuni testi incisi su bambù nei pressi di Linyi, nello Shandong. Queste versioni, datate intorno al 134-118 a.C., hanno confermato l’esistenza a quell’epoca di molte parti dell’opera già note e hanno fatte conoscere nuove parti fino ad allora sconosciute.

Le due più note versioni cinesi dell’Arte della guerra erano state fino a quel momento la fonte delle traduzioni nelle altre lingue. Solo dopo le nuove scoperte archeologiche si è aggiunta una versione più completa, edita a Taipei. Questa versione è diventata la fonte delle traduzioni più recenti e complete.

Alcuni storici moderni hanno rilevato presunti anacronismi fra il periodo in cui tradizionalmente sarebbe vissuto Sunzi e la cultura militare del suo tempo; l’ampiezza delle armate menzionate nel testo e la loro organizzazione, gli accenni all’impiego della balestra, entrata in uso verso la fine del V secolo a.C., i riferimenti alla teoria dei Cinque Elementi e certi usi linguistici, secondo queste interpretazioni, sposterebbero la datazione dell’Arte della guerra tra il 400-320 a.C., nel Periodo dei regni combattenti.

 

Fonte: Wikipedia

Un perfetto sconosciuto – Lesley Lokko

Conoscete Lesley Lokko? La sua scrittura cattura e appassiona.

 

UN PERFETTO SCONOSCIUTO

Lesley Lokko

Mondadori

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Trama

Sam è davvero una donna speciale. Bella e con una carriera di avvocato all’apice del successo, si è lasciata alle spalle le difficoltà dell’adolescenza trasformandosi da brutto anatroccolo in cigno. Nonostante il denaro e il potere dati dalla sua posizione, è solitaria e sposata al suo lavoro, fino a quando a Marrakech, durante una breve vacanza strappata con fatica ai suoi molteplici impegni, incontra Nick. Tra i due scoppia una passione travolgente, al punto che Sam quasi non si riconosce più e cede alle avance di quello sconosciuto e affascinante militare di carriera, decidendo di andare a vivere con lui in una base britannica in Germania. Ben presto, però, si rende conto di non conoscere affatto l’uomo che ha seguito impulsivamente, stravolgendo per sempre la sua vita. Chi è davvero Nick? Il destino di Sam si intreccia fatalmente con quello di altre tre donne. Meaghan, sfuggita a un padre ignorante e violento, ha sposato un giovane ufficiale ed è disposta a vivere in un ambiente rigido e classista pur di poter restare accanto all’uomo che ama. Abby, moglie e madre perfetta, pronta a tutto per compiacere il marito, un alto esponente dell’esercito, rinuncia perfino a essere se stessa, finché la sua esistenza non viene minacciata da un terribile segreto. E infine Dani, una ragazzina in cerca di tenerezza e di protezione che in un bar di Freetown, in Sierra Leone, si imbatte nella persona sbagliata che le insegnerà tutto quanto può esserci di negativo e brutale nell’amore.

L’autrice

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Lesley Naa Norle Lokko (Scozia, 1964) è una scrittrice e architetto ghanese naturalizzata scozzese. Cresciuta in Africa, ha studiato negli Stati Uniti e in Inghilterra. Laureata in architettura, ha insegnato presso l’università di Città del Capo e vive tra Accra e Londra. I suoi libri sono ambientati in tre continenti, tra Africa, Europa (principalmente Inghilterra e Francia) e America.

Opere

  • Il mondo ai miei piedi (titolo originale “Sundowners”, 2004, trad. Jole Da Rin, Mondadori 2005)
  • Cieli di zafferano (titolo originale “Saffron Skies”, 2005, trad. Jole Da Rin, Mondadori 2006)
  • Cioccolato amaro (titolo originale “Bitter Chocolate”, trad. Cecilia Scerbanenco, Mondadori 2008)
  • Povera ragazza ricca (titolo originale “Rich Girl, Poor Girl”, 2009, trad. Roberta Scarabelli, Mondadori 2010)
  • L’estate francese (titolo originale “One Secret Summer”, 2010, trad. Roberta Scarabelli, Mondadori 2011)
  • Un perfetto sconosciuto (titolo originale “A Private Affair”, 2011, trad. Roberta Scarabelli, Mondadori 2012)
  • Una donna misteriosa (titolo originale “An Absolute Deception”, 2012, trad. Roberta Scarabelli, Mondadori 2013)

 

Recensione

Le vicende di questo appassionante romanzo spaziano dagli anni Novanta ai giorni nostri, muovendosi in diversi continenti. Le protagoniste sono quattro donne: Samantha, Meaghan, Abigail e Danielle.

Samantha è una donna che, lasciatasi alle spalle un’adolescenza triste e una famiglia mai contenta, prende finalmente in mano le redini della propria vita e diventa un avvocato di successo.

Meaghan con notevole forza di volontà si allontana da un padre violento e ricomincia la sua vita da zero.

Abigail, di buona educazione e buona famiglia, segue le orme materne con determinazione.

Danielle, tra le mille difficoltà della vita africana, si aggrappa agli uomini.

Sono tutte accomunate da relazioni più o meno felici con ufficiali dell’esercito; le prime tre si legheranno in un’amicizia profonda oscurata dalle mura ostili delle basi militari di tutto il mondo.

Lo stile della Lokko è semplice, privo di inutili fronzoli, efficace e trascinante. La lettura non stanca nonostante la lunghezza del romanzo, tutt’altro; l’interesse cresce sempre di più impedendo al lettore di staccarsi dalle pagine e, quando questo è inevitabile, continua ad attirarlo a sé per la curiosità di scoprire come si evolvono i fatti.

La cosa che fa impressione è la formidabile abilità dell’autrice di intrecciare vicende, personaggi e tempi molto diversi tra loro in un filo del tutto naturale. Difatti, nonostante i continui salti temporali, la storia non perde colpi, né ne risulta mutilata, acquistando all’opposto credibilità e profondità. Dopo le prime pagine che possono apparire un po’ disorientanti data la mole di personaggi presentati, si avverte la strana sensazione di conoscere fin troppo bene le quattro protagoniste, quasi fossero delle amiche comuni; ci si affeziona a loro senza neanche rendersene conto. Sono delle donne molto diverse, forti in caratteristiche diverse da quelle delle altre, originali e mai banali; i loro comportamenti vengono esposti in modo impeccabile, appaiono come gli unici possibili, accettabili, sebbene alle volte egoisti o codardi.

Interessante anche la descrizione – mai noiosa ma perfettamente disciolta nella narrazione – delle attività militari viste dal punto di vista delle donne, delle mogli degli ufficiali, tra cui pure vige – in modo assodato ma tacito – una gerarchia.

Non potendo attribuire al romanzo uno spessore storico o documentaristico – caratteristiche che prediligo – non posso negare tuttavia che esso è un elogio allo spirito delle donne, così diverse tra loro in tutto il mondo, così simili per la capacità di rialzarsi, combattere battaglie silenziose, non fatte di fucili e pistole ma di forza di volontà e desiderio di riscatto, di giustizia. Chi sostenuta dalla famiglia, chi dalla famiglia ostacolata, chi sorretta da amici e lavoro; le protagoniste donano in modo indiretto una speranza a tutte coloro che per motivi diversi soffrono e subiscono soprusi. Mi è piaciuto molto e ne consiglio la lettura.

Valutazione:

5

La grande storia del tempo – Stephen W. Hawking

Se ci si trova più vicini alla superficie della Terra il tempo scorre più lentamente per via della maggiore intensità della gravità. Quanto più forte è il campo gravitazionale, tanto maggiore sarà questo effetto.

Salve amici, eccomi oggi con la recensione di un bel saggio scientifico.

LA GRANDE STORIA DEL TEMPO – Guida ai misteri del cosmo

Stephen W. Hawking

BUR

Cattura

Con “La grande storia del tempo”, Stephen Hawking, avvalendosi della collaborazione del fisico americano Leonard Mlodinow, ripresenta le proprie riflessioni sulle origini e il destino dell’universo già trattate nel libro “Dal big bang ai buchi neri” (1988). In questa edizione aggiornata e illustrata, oltre a far uso di un gran numero di esempi, diagrammi e illustrazioni esplicative, Hawking parla delle più recenti scoperte, dagli sviluppi della teoria delle superstringhe ai progressi nella ricerca di una teoria unificata della fisica. Inoltre discute in un capitolo interamente nuovo l’affascinante problema dei viaggi nel tempo e dei tunnel spazio-temporali.

Stephen W. Hawking

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Stephen William Hawking(Oxford 1942) è un fisico teorico britannico, noto soprattutto per i tentativi di unificazione della relatività con la teoria dei quanti e per i contributi alla cosmologia relativistica. Studiò presso lo University College di Oxford; era sua intenzione studiare matematica, ma non essendo la facoltà presente presso il College scelto dal padre, optò per la fisica. Ottenuto il dottorato presso l’Università di Cambridge, vi rimase come ricercatore, diventando Lucasian Professor of Mathematics nel 1979 – posizione già occupata da celeberrimi scienziati quali Isaac Barrow e Isaac Newton.

Gran parte del lavoro di Hawking riguarda i buchi neri; le sue ricerche nell’ambito della relatività generale avvalorano la teoria del Big Bang sull’origine dell’universo. Hawking ha ipotizzato che il Big Bang sia derivato da una singolarità iniziale dello spazio-tempo e che tale singolarità rappresenti una caratteristica di qualsiasi modello di universo in espansione.

Affetto da un grave handicap della parola e dei movimenti, dovuto a una malattia incurabile del sistema nervoso – la sclerosi laterale amiotrofica – Hawking è forse lo scienziato più conosciuto del nostro tempo; il suo libro Dal Big Bang ai buchi neri (1988), una chiara esposizione della sua teoria dell’universo, ha riscosso un enorme successo tra il pubblico non specializzato. Le sue ultime pubblicazioni di carattere divulgativo sono Buchi neri e universi neonati (1993) e The Nature of Space and Time (1996), un dibattito con il fisico matematico Roger Penrose.

Nel 2004 Hawking è intervenuto a sorpresa alla 17a Conferenza internazionale di Relatività Generale e Gravitazione, a Dublino, per annunciare la soluzione del cosiddetto paradosso dell’informazione (black hole information paradox). Nella sua teoria dei buchi neri, infatti, si ammetteva che questi giganteschi corpi celesti avessero un campo gravitazionale talmente intenso da non consentire l’allontanamento da esso di alcun tipo di “informazione”. John Preskill del Caltech (California Institute of Technology), ritenendo vero il contrario, aveva accettato nel 1997 una pubblica scommessa con Hawking; premio per il vincitore sarebbe stata un’enciclopedia, “da cui le informazioni possono uscire facilmente”. Con il suo intervento, Hawking pare ammettere di aver perso la scommessa, riaprendo così un capitolo importante della moderna astrofisica.

Fonte: Encarta

Recensione

Questo saggio di circa centosettanta pagine è un concentrato di teorie e spiegazioni sulle leggi che regolano lo spazio e di conseguenza anche il nostro mondo quotidiano. Dalla relatività allo spazio curvo, ai buchi neri, alla meccanica quantistica e molto altro: le grandi questioni dell’universo sono spiegate in maniera chiara, sostenuta tramite esempi e linguaggio semplici da comprendere per i profani. Quasi un discorso continuo, ininterrotto, che da una legge ci porta a un’altra senza che ce ne rendiamo conto e che non annoia, ma che anzi appassiona. Non ho mai letto un saggio scientifico più esauriente e allo stesso tempo chiaro e conciso. Da non perdere per chiunque voglia comprendere meglio il mondo che ci circonda, ma anche l’universo.

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Valutazione:

5