L’armadio dei vestiti dimenticati – Riikka Pulkkinen

Quest’oggi vi presento un libro che mi aveva incantata per titolo, quarta e copertina. Un inganno.

 

L’ARMADIO DEI VESTITI DIMENTICATI

Riikka Pulkkinen

Garzanti

l'armadio dei vestiti dimenticati

Trama

La stanza è invasa dalla polvere e dalla luce. Sono passati anni, ma a casa della nonna Elsa non è cambiato nulla: la bambola, il cavallo a dondolo e poi il vecchio armadio. Ad Anna, sua nipote, basta aprirlo per tornare di colpo bambina, quando insieme alla nonna giocava a vestirsi da grande. Gli abiti ci sono ancora tutti e Anna li riconosce; stoffe che sanno di festa e di risate. Eppure c’è un vestito che la giovane non ricorda: ha la gonna ampia e un nastro alto in vita. Uno stile molto diverso da quello della nonna. Anna lo prova. Basta quel semplice gesto perché il suo mondo cambi per sempre. Quando sua nonna la vede con quell’abito, bella come non mai, capisce che è giunto il momento sfuggito tanto a lungo. Ora che le rimangono pochi giorni di vita, non può più mentire. Lo deve a sé stessa ma anche a sua nipote, deve dirle la verità. Deve confessare a chi appartiene quell’abito, deve pronunciare quel nome taciuto da anni, Eeva. Un nome che Anna non conosce. Il nome di una donna dimenticata nel silenzio, di cui non esistono nemmeno fotografie. Un nome che affonda le radici in un segreto forse incomprensibile. Spetta ad Anna capirlo. Ma per farlo deve tornare indietro a un tempo antico, a una storia di perdono, di tradimento e di bugie. Ma soprattutto alla storia di un amore unico come quelli che lega indissolubilmente una madre e una figlia, nel bene e nel male. Un amore in cui tutto, a volte, può essere perdonato.

L’autrice

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Riikka Pulkkinen (nata l’8 luglio 1980 a Tampere) è una scrittrice finlandese. Il suo primo libro è stato pubblicato nel 2006 ed è stato nominato per premio letterario Helsingin Sanomat. Il secondo romanzo (L’armadio dei vestiti dimenticati) è apparso nel 2010 e ha guadagnato l’attenzione internazionale.

Recensione

Ci troviamo in Finlandia. Elsa è un’anziana signora dal piglio energico, diventata famosa in gioventù per i suoi studi psicologici sui bambini. È sposata con Martti, uno stravagante artista. La loro figlia Eleonoora si ritrova spiazzata quando viene a sapere che alla madre rimangono poche settimane di vita. Soffoca la sofferenza in favore di un’efficace organizzazione della vita quotidiana, aiutata dalle figlie Maria e Anna. Proprio a quest’ultima, durante un’esplorazione nell’armadio dei vecchi vestiti, nonna Elsa racconta la storia del tradimento che il nonno Martti ha operato nei suoi confronti con una donna di nome Eeva. Da qui comincia un’altalena di narrazione presente/passato e cambio di punti di vista, a volte stancante.

Il motivo principale per cui assegno una bassa valutazione a questo romanzo è lo stile. Non mi è piaciuto per niente; il modo di raccontare le cose è assolutamente “sbagliato” se così si può definire, sebbene sia una scelta del tutto personale dell’autrice. Dico sbagliato perché, nonostante la storia non sia nulla di speciale, sarebbe potuta apparire più accattivante e intrigante se raccontata in tutt’altra maniera.

Eeva narra la sua storia in prima persona, tuttavia appare come il racconto di qualcuno estraneo ai fatti, non coinvolto davvero come invece vuol far credere dalle continue metafore – che vogliono essere poetiche – inserite nelle righe. A ogni segno di avvicinamento a Elsa o a Martti, Eeva svela subito ogni mistero con frasi del tipo: “Quel giorno Elsa fu cordiale, ancora non sapeva che mi avrebbe detestata”, oppure “Avrei amato quella caratteristica di Martti quando avremmo fatto l’amore”. Quindi già sappiamo cosa accadrà; la curiosità va scemando e la voglia di leggere pure supportata da una narrazione del genere; la narrazione è confusa dall’inserimento di lunghissimi ricordi tra le frasi dei dialoghi. Si è costretti a tornare indietro a leggere l’ultima battuta per riprendere il filo interrotto da qualcosa che non c’entra nulla. Oltretutto – e questa è una cosa che reputo oltremodo assurda – nonostante Eeva parli in prima persona, è misteriosamente in grado di leggere i pensieri degli altri. Durante del tempo trascorso assieme a Martti racconta: “mi immagina nuda, pensa a com’ero a casa mia, con gli amici, ecc.”. Ma come fa a saperlo? Il tutto intriso di profonda – e stucchevole a un certo punto – malinconia.

Valutazione:

1

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