Le cronache di Ériu – La faida

Vi stupirete del genere di libro che recensisco per voi oggi, ma l’idea di partenza è così originale che la lettura mi ha catturata sin dall’inizio. In fondo, quanti scrittori sognano – o temono – di poter incontrare i propri personaggi in carne e ossa?

 

LE CRONACHE DI ÉRIU – LA FAIDA

Maddalena Cioce

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copertina copia

 

 

Trama

Sara è una giovane scrittrice squattrinata, presa dalla stesura del suo nuovo romanzo. Una mattina, al risveglio nel suo monolocale, si ritrova misteriosamente davanti Cal, il protagonista della sua storia, che, spaesato, dopo aver scoperto di essere parte del suo manoscritto, cerca di strangolarla in quanto fonte di tutti i suoi guai.
Cos’è dunque uno scrittore? Un creatore, divinità di un mondo parallelo scaturito dalla sua penna, o un semplice visionario, capace di gettare un fugace sguardo in altri mondi?

L’autrice

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Maddalena Cioce ha ventinove anni, è sposata e ha un figlio di sette anni. Diplomata in Lingue, era anche laureanda in Scienze dell’educazione e della Formazione, con borsa di studio per merito, ma ha dovuto abbandonare gli studi a causa della nascita di suo figlio e del trasferimento da Bari, dove è nata e cresciuta, in Sardegna, dove attualmente vive con la famiglia. Scrittrice e lettrice incallita di Fantasy di ogni genere, attualmente il suo sogno è fare dello scrivere, il lavoro che ama, la sua fonte di sostentamento. È, inoltre, un’appassionata di psicologia, è una dote naturale che non ha potuto coltivare per le ragioni di cui sopra ma, prima o poi, con la sua profonda testardaggine riuscirà a scavalcare anche questo ostacolo.

La mia recensione

Sara è una ragazza intraprendente, sicura di sé, decisa a cavarsela da sola. Ha la passione per la scrittura e proprio quella le apre le porte di un mondo nuovo. D’improvviso si ritrova davanti Cal, il giovane protagonista del suo romanzo. Cal, spaesato e confuso per il suo arrivo a casa di Sara e incline alla vendetta e alla violenza, non è affatto felice della sua nuova condizione e tenta di uccidere Sara. Inizia un periodo di conoscenza burrascosa dei due protagonisti e di un’esilarante – sì, esilarante, ho infatti riso più volte leggendo – adattamento al nuovo mondo popolato da oggetti sconosciuti e quasi magici per Cal. L’atmosfera divertente è puntellata dallo stile brillante – e abbastanza pulito – dell’autrice che descrive in maniera precisa ogni scena e situazione anche quelle che Cal, suo malgrado, si ritrova a fronteggiare. La stanza dei bisogni, la scatola del freddo o ertubbo sono solo degli esempi. Le vicende prendono poi una piega prevedibile per il lettore ma inaspettata per i protagonisti e non mancano scene d’amore sdolcinato o di violenza. L’intermezzo di cui è quasi protagonista Lorenzo, l’avvocato presso cui Sara lavora come segretaria, è forse un po’ abbozzato e veloce. Quando l’ambientazione si sposta nel mondo di Cal si assiste a scene d’azione benaccette dopo la leggera staticità in casa di Sara. Cal e Sara litigano in continuazione, il che da un tocco di pepe alla loro relazione. Apprezzati sono i dettagli ispirati all’antica cultura irlandese. Sara scopre pian piano che la sua passione per la scrittura e la capacità di inventare mondi e personaggi altro non è che una sorta di veggenza su ciò che accade in universi paralleli, cosa che ho trovato molto affascinante e originale. Tralasciando qualche spiegazione di troppo sui comportamenti dei personaggi che il lettore è in grado di cogliere da sé, la narrazione risulta accattivante, scorrevole, piacevole da leggere. Avrei apprezzato un’analisi più approfondita della storia di Cal, del suo legame con il trono, ma forse, trattandosi del primo capitolo di una trilogia, queste informazioni giungeranno in seguito. In definitiva una lettura consigliata per chi ama il fantasy e le storie d’amore.

Valutazione:

5

Intervista all’autrice

 

 

Ciao Maddalena, benvenuta.

  • Rompiamo subito il ghiaccio: trovi difficile dividerti tra la vita “reale” di donna di casa e madre e quella “parallela” di scrittrice?

Ciao, allora ti rispondo subito senza preamboli! Non ho grossi problemi a dividermi tra la vita reale, in cui devo badare a casa e figli, e quella di scrittrice, a parte quando sono così persa nella mia “realtà parallela” da dimenticare che quelli che volano sul pavimento sono batuffoli di polvere, non covoni di paglia del far west!

  • La passione per la lettura e quella per la scrittura sono sempre andate di pari passo oppure no? Ricordi il momento in cui per la prima volta ti sei seduta a scrivere un romanzo?

La mia passione per lettura e scrittura (indovina un po’ il genere? Fantasy) risale a quando andavo alle medie. Intorno agli undici anni ho letto circa quattro volte “Il mondo perduto” di A.C. Doyle, esercitava su di me un fascino irresistibile. Un’altra volta, invece, svolsi un compito per casa in cui bisognava scrivere una conclusione per un brano del libro di testo, tratto da un romanzo fantascientifico. Quando lo lessi a voce alta in classe, tutti, compresa la maestra, strabuzzarono gli occhi e i miei genitori furono contattati perché, secondo la maestra, non era possibile che lo avessi scritto io, a quell’età… infine, a sedici anni ho cominciato a pubblicare fanfiction su internet (e, no, non dirò mai sotto che pseudonimo, porterò il segreto nella tomba!), ma l’usare personaggi altrui ha cominciato ad annoiarmi, sono passata ai romanzi ed eccomi qui!

  • Condivido il tuo interesse per la psicologia, avendola studiata durante il corso di laurea. Quando avrai occasione di approfondirne lo studio, pensi di utilizzarla come “arma” per scrivere romanzi di maggior spessore psicologico?

In realtà la uso già come “arma”, in quanto ne ho fatto largo uso sia in Forgotten Times che ne Le Cronache di Ériu, anche se in quest’ultimo, essendo una trilogia, la parte psicologica sarà maggiormente delineata nel secondo e nel terzo volume. Io ho il “brutto vizio” di assegnare sempre una patologia, più o meno grave, ai miei personaggi. Purtroppo, non avendo potuto terminare gli studi, posso basarmi solo sulla mia sensibilità e sulla passione per la materia.

  • Raccontaci qualcosa di Forgotten Times.

Forgotten Times è il mio primo romanzo ed è il titolo della serie di due volumi di cui fa parte La Redenzione dei Dannati. In linea generale narra di come le vicende legate a un dampiro abbiano portato all’estinzione dei vampiri durante la fine del medioevo, basandosi sulle leggende che indicano Caino come progenitore della razza. Tutto comincia con la semplice ricerca del potere da parte del dampiro: il potere ancestrale di uno spirito diviso in quattro parti, il cui ricongiungimento potrebbe sovvertire l’ordine del mondo dei vampiri; una leggenda che nasconde molto più di quello che il dampiro potrebbe mai immaginare e che ha a che fare proprio con il suo oscuro passato. In realtà in Forgotten Times c’è di tutto: psicologia, storia, religione, misteri, vendetta, tragedie familiari… e la redenzione, duramente conquistata grazie all’amicizia e un amore sofferto.

  • Parliamo adesso di Le cronache di Ériu. L’idea o forse meglio dire la teoria che sta alla base, ossia la possibilità che ogni scrittore in realtà si affacci in altri mondi, è originale e mi ha da subito attirata, forse perché scrivo anch’io. Da dove è scaturita?

Quale scrittore non ha mai sognato di incontrare i propri personaggi? (Diciamocelo sinceramente: soprattutto quelli di sesso opposto!) Chi di noi non ha mai segretamente sperato che i propri personaggi vivessero in una realtà parallela? Nella nostra mente sono così vivi, reali, a volte sono persino loro stessi a decidere cosa faranno, sfuggendo al nostro controllo. Se “penso dunque sono” è un concetto valido, allora non c’è da escludere che i nostri personaggi possano vivere davvero, chissà dove, e magari noi siamo i loro creatori, che hanno infuso in loro quel pensiero, dandogli vita… oppure siamo semplicemente in grado di “vedere oltre” e sbirciare attraverso il velo tra le dimensioni, in cui loro vivono davvero. Le Cronache di Ériu nasce da queste riflessioni, piccoli deliri di una scrittrice speranzosa. Scherzi a parte, non è un concetto in cui la mia parte razionale crede davvero, ma è qualcosa in cui mi piace sperare!

  • Il carattere passionale e infervorato di Sara prende ispirazione dal tuo?

La prima cosa che la mia migliore amica ha detto dopo aver letto la primissima bozza che scrissi circa tre anni fa, fu: «Ho capito che Sara sei tu». Ora ti rispondo quello che risposi a lei tre anni fa: «No, Sara non sono io, anche se ho usato il mio carattere come base per crearla». In realtà, Sara è l’esagerazione del mio carattere, soprattutto del lato negativo: non si sa controllare e spesso risulta una gran scassa… ehm, come dicevo, spesso è lunatica fino all’esasperazione, violenta e irascibile, sospettosa, distratta e paranoica, come in fondo lo sono anch’io, solo che mi so controllare… quasi sempre.

Proprio il giorno dell’uscita del romanzo, mio padre ha cominciato a leggerlo ed è scoppiato a ridere quando ha capito che alcune delle vicende narrate erano autobiografiche, in questo caso quando ha letto questa frase: “Mio padre diceva sempre, non a torto, che le mie urla erano in grado di sfondare i timpani, perché generavano più decibel di un martello pneumatico.” Qua e là, quindi, ho inserito cose che riguardano me personalmente, in chiave prettamente auto-ironica, nella speranza che il lettore le trovasse divertenti.

  • Ho trovato fantastica la parte in cui Cal conosce progressivamente il nuovo mondo in cui si ritrova, il nostro mondo. L’approccio di un uomo come lui, appartenente a un passato molto diverso dalla nostra epoca anche in senso morale, con le novità e le disinibizioni, è pienamente riuscito e getta luce sul modo di vivere attuale. Condividi la visione un po’ aspra di Cal? Se sì, perché?

Io condivido appieno la visione del mondo moderno di Cal, in quanto morale, valori fondamentali e pudore sono andati quasi completamente persi insieme al lavaggio del cervello che quotidianamente ci propinano i mass media. Io non penso che sia una visione aspra, più che altro una visione realistica di qualcosa che la gente, oggi, considera normale, spacciandola per modernità e progresso, quando, a pensarci bene, si tratta di regressione a uno stadio prettamente animalesco. Chiamatemi pure bigotta e moralista, ma sono una madre e tremo al pensiero di quello che impareranno i miei figli dal mondo moderno.

  • Accennaci qualcosa sul seguito.

Accennare qualcosa sul seguito… è un’impresa, senza fare spoiler! Il secondo e il terzo volume si basano sul cliffhanger finale, quindi quello che dirò adesso sarà probabilmente comprensibile solo dopo aver letto il romanzo: sono passati alcuni mesi dalla conclusione del primo volume, e Sara e Cal si stanno impegnando a vivere appieno la loro vita nel mondo moderno. Insieme sono felici e Sara finalmente ha deciso di accettare la proposta di matrimonio di Cal, ma c’è ancora qualcosa che la preoccupa e si fa ogni giorno più pressante: non gli ha detto nulla della sua visione e il senso di colpa è sempre più insostenibile. Cal non prenderà affatto bene la notizia, e per la rabbia la lascerà e tornerà a Ériu, per scoprire la verità, proprio come Sara temeva… questo è, bene o male, ciò che scriverò nella sinossi del secondo volume e che accadrà nei primi capitoli.

Grazie per la disponibilità, bella chiacchierata.

Vi lascio con il booktrailer dell’altro romanzo di Maddalena Cioce, Forgotten Times.